L'Huffington Post
Di Giulia Belardelli
Neha e Krishna sono due bambine coraggiose, accumunate dalla stessa storia e dalla stessa volontà di cambiare il loro Paese per le bambine che verranno. Queste due ragazzine sono le protagoniste, insieme a tante altre, di "Breaking the Silence" (rompere il silenzio), l'ultimo rapporto di Human Rights Watch dedicato agli abusi sessuali sui minori in India. Con oltre cento interviste a vittime di violenza, operatori e familiari, HRW ricostruisce il calvario di bambine e ragazzine che non solo sono state violentate, ma hanno anche dovuto lottare con l'ottusità della polizia e delle istituzioni, troppo spesso complici di un'umiliazione senza fine.
Il problema della violenza contro donne e minori in India è antico, ma solo negli ultimi mesi è diventato un tema di cui si discute molto anche all'estero. A fine dicembre la morte di una giovane studentessa picchiata e stuprata da sei uomini su un autobus di Nuova Delhi fece esplodere la rabbia in diverse città dell'India, portando la sua storia sui giornali e le televisioni di tutto il mondo. In seguito a quell'episodio il governo indiano chiese a un'apposita commissione di stilare delle linee guida per delle riforme politiche e legali. Il parere della commissione fu lapidario: "Gli schemi di tutela dell'infanzia hanno chiaramente fallito il loro obiettivo. Bisogna fare molto, molto di più".
Human Rights Watch ha così deciso di andare fino in fondo, indagando sulle singole storie per portare alla luce tutto ciò che non va. Il quadro che ne emerge è drammatico: non solo la violenza sui minori, in India, è estremamente diffusa, ma avviene nel silenzio - e spesso con la complicità - delle istituzioni, molto spesso all'interno di istituti e orfanotrofi in cui le bambine dovrebbero sentirsi al sicuro.
In questo video, realizzato dall'organizzazione, Neha racconta di quando è stata violentata da tre uomini, ma nessuno ha voluto crederle. Anzi: "la polizia ha chiesto ai miei famigliari se avevano controllato che fossi stata davvero violentata". Come? Con il metodo del "finger test", la "prova del dito", una pratica non solo umiliante e traumatizzante per una bambina, ma anche priva di rilevanza dal punto di vista medico. Come scrive HRW, questo "test" è ancora utilizzato da molti dottori per verificare eventuali aggressioni sessuali, anche se è noto che dal punto di vista scientifico non ha alcun senso.
La relazione di HRW mostra come le risposte del governo alle violenze sui minori siano completamente insufficienti sia riguardo la protezione dei bambini sia riguardo il trattamento delle giovani vittime. "Molti bambini - spiega Meenakshi Ganguly, capo di HRW Sud Asia - vengono di fatto maltrattati una seconda volta da esami medici traumatici e dall'atteggiamento di polizia e autorità che non vogliono ascoltare o non credono alle loro denunce. Ogni sforzo di riforma sarà inutile se non verranno implementati meccanismi di protezione e revisione del sistema giudiziario, in modo che ogni abuso possa essere denunciato e pienamente perseguito".
Krishna racconta di come la polizia le abbia chiesto di "cambiare versione". "Mi hanno tenuto in prigione per 12 giorni senza farmi vedere i miei genitori", spiega. "Quando penso a quel momento, mi assale la paura". In molti casi, infatti, è proprio la polizia a ignorare le denunce delle piccole vittime e a trasformare le caserme in templi della paura, invece che in luoghi sicuri dove denunciare un'ingiustizia. Il paradosso - spiega ancora Ganguly - è proprio questo: "I bambini che con coraggio denunciano di aver subito un abuso sessuale vengono troppo spesso ignorati dalla polizia, dallo staff medico e dalle autorità in generale".
La situazione negli orfanotrofi e negli istituti per l'infanzia, poi, è ancora più drammatica. "I meccanismi di ispezione sono inadeguati in gran parte del Paese", denuncia HRW. "Molte strutture gestite da privati non sono neanche registrate. Di conseguenza, il governo non dispone né di una lista degli orfanotrofi, né di un elenco dei bambini che sono ospitati in queste strutture". Un'inchiesta condotta dopo l'episodio di dicembre ha portato alla luce come in alcuni istituti denunce di abuso da parte dei minori siano state sistematicamente ignorate e insabbiate.
"E' scioccante pensare che le istituzioni che dovrebbero proteggere i bambini più vulnerabili li mettano li espongano in realtà al rischio di orribili abusi", commenta il numero uno di HRW in Asia. "Il governo dovrebbe immediatamente implementare dei sistemi più efficaci per registrare e monitorare con regolarità gli istituti per l'infanzia, pubblici, privati o religiosi che siano".
Negli ultimi mesi l'attenzione della stampa internazionale ha spinto la popolazione, soprattutto quella femminile, a ribellarsi di fronte agli abusi sessuali e alla cultura maschilista che è ancora dominante. In questo reportage fotografico Mansi Thapliyal della Reuters ha raccontato la vita di alcune giovani donne la cui vita è stata, in qualche modo, condizionata dalla violenza maschile.