"Italieni"

In Italia le donne che lavorano sono poche se confrontate con gli altri paesi europei. Il paese è al terzo posto nella classifica stilata dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) per il tasso di donne disoccupate, ma "la questione femminile" non è tra le priorità della campagna elettorale, spiega Lizzy Davies sul Guardian.

Le donne italiane lavorano di più delle donne greche, turche e marocchine, ma meno di tutte le altre, secondo l'Ocse. In Italia lavora il 46,5 per cento delle donne.

Il quotidiano britannico riporta la storia di Enza Miceli, impiegata di un call center. La donna riassume in una sola parola la condizione di una madre che lavora nel sud del paese: "Impossibile". Miceli è stata costretta a lasciare il lavoro, spinta anche dai suoi superiori, perché il suo posto non le permetteva flessibilità sugli orari e permessi per accudire i figli.

Secondo l'Ocse nel 2011 le donne italiane hanno lavorato senza essere pagate 3 ore e 40 minuti al giorno più degli uomini. Molti dicono che questo sia dovuto al fatto che per le donne vale ancora lo stereotipo degli " angeli del focolare" che si occupano quasi esclusivamente dei lavori domestici e della cura dei figli. Eppure l'Italia è uno dei paesi con l'indice di natalità più basso d'Europa, con 1,4 figli per donna.

"L'Italia non usa al meglio le capacità del suo capitale umano, tenendo le donne fuori dal mondo del lavoro. È una perdita enorme per il nostro paese", hanno scritto Alberto Alesina e Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera. "Il prossimo governo deve fare qualcosa per l'occupazione femminile", hanno scritto i due economisti.

L'articolo del Guardian: "Italian election brings ?female question' to fore"

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