MOVIMENTI SUL PIEDE DI GUERRA
Le società di gestione acquedotti non eliminano la «quota remunerazione». L'8 e 9 febbraio protesta. Poi un nuovo ricorso al tar. A Latina più 60% in 10 anni.
ROMA - Un referendum, una sentenza della corte costituzionale, la conferma del consiglio di Stato: i movimenti per l'acqua pubblica fondano la loro battaglia per la restituzione di quanto illegittimamente sborsato per le bollette idriche (il famigerato 7% della «remunerazione del capitale», che corrisponde volgarmente al «profitto» del gestori) su questi tre pilastri giuridici. Eppure gli organi decisori - le autorità d'ambito per le acque pubbliche la cui esistenza per legge è cessata il 31 dicembre 2012 - cui spetta il compito di stabilire quanto fare pagare ai cittadini -, continuano ad inserire la quota del profitto in bolletta che, ormai è certo, non verrà mai restituita ai cittadini.
PRESSING SUI CANDIDATI - Per questo i movimenti per l'acqua torneranno nelle piazze con azioni di protesta venerdì 8 e sabato 9 febbraio, nel tentativo di sensibilizzare i candidati alle prossime elezioni politiche e regionali. E annunciano un nuovo ricorso al Tar - che potrebbe esser seguito da una valanga di richieste di rimborso come quelle presentate a Roma nel febbraio 2012 - per far rispettare la volontà popolare espressa con i referendum: quelli che avevano abolito la quota del 7%.
ABOLITO IL 7%, ANZI NO - L'ultima beffa all'esito referendario che nel 2011 ha abolito i profitti è firmata dall'Autorità per l'energia elettrica ed il gas (Aeeg), soggetto che nasce per via della spending review andando a sostituire - al momento solo sulla carta - le vecchie Autorità d'ambito (Ato). Se sino a qualche giorno fa i criteri delle bollette future erano quasi un mistero per tutti, oggi il destino appare più chiaro: i soldi ai cittadini non verranno restituiti. Anzi, il regime transitorio varato proprio dall'Autorità per l'energia (Aeeg) - cui le autorità d'ambito si adeguano per la tariffazione - secondo gli attivisti dei movimenti dell'acqua, conterrà la quota del 7% considerata illegittima, ma nascosta sotto altre voci.
RICORSO CONTRO AEEG - «Presenteremo ricorso al Tar - dice Marco Bersani del forum nazionale acqua pubblica - per l'annullamento della formulazione tariffaria varata dall'Autorità che inserisce in maniera truffaldina, e sotto mentite spoglie, la remunerazione del capitale investito. Questo rafforza la nostra volontà di chiedere un servizio idrico ripubblicizzato e fuori dalle logiche di mercato». I movimenti, reduci da cortei e sit in del 25 e 26 gennaio, si preparano a nuove battaglie. Ma per il momento si cerca di mettere all'angolo i candidati di ogni ordine e grado alle elezioni del 24 e 25 febbraio: «Il prossimo 8 e 9 febbraio - dice Barsani - i movimenti si attiveranno in una vera e propria azione di 'pressing' nei confronti di chi si candida al Parlamento o in Regione per chiedere impegno sui temi dell'acqua pubblica e della gestione migliore dalla risorsa».
SOLDI NON RESTITUITI - Ma per capire cosa accadrà nell'immediato futuro, si deve fare riferimento a quelle società che, materialmente, gestiscono le reti nel Lazio. Tra queste figura Acqualatina, che recentemente ha inaugurato un maxi dearsenizzatore con cui ha risolto il problema della contaminazione dell'acqua. «Alla luce delle ultime novità legislative - fa sapere l'ingegner Ennio Cima, direttore della società - la remunerazione del capitale non verrà restituita ai cittadini: con quei soldi le autorità d'ambito creeranno un fondo per gli investimenti che verrà accantonato a partire dal 2014». Insomma, un tesoretto che servirà per le infrastrutture e il funzionamento delle varie aziende sparse sul territorio che necessitano di ingenti somme: nei prossimo 20 o 30 anni si stima un fabbisogno in Italia di circa due miliardi di euro ogni anno.
NUOVI AUMENTI - Intanto, nell'ultima articolazione tariffaria di Acqualatina per il 2013 pubblicata sul bollettino della Regione il 29 gennaio 2013, resta applicata la remunerazione del capitale e, secondo i calcoli del comitato acqua pubblica, la società incrementa ulteriormente i costi per i cittadini: «Nel 2013 - dice Alberto De Monaco, comitato acqua pubblica di Aprilia - la bolletta di Acqualatina sarà più cara dell'8% rispetto all'anno precedente. Se calcoliamo l'aumento dal 2003, anno di debutto dell'azienda, l'incremento è del 60%».
Michele Marangon