Tre dei quattro agenti protagonisti del pestaggio fatale, che provocò la morte di Federico Aldrovandi nel 2005 a Ferrara, sono stati condannati in via definitiva a tre anni e 6 mesi, e dovranno trascorrere in carcere i residui sei mesi, mentre il quarto agente, già condannato, resta ancora in attesa per un vizio di forma della notifica. La motivazione della sentenza è particolarmente pesante, poiché ravvisa non solo un "eccesso di omicidio colposo conseguenza di una repressione estrema e inutile", ma sottolinea come da parte dei condannati non ci sia stato "nessun gesto di ravvedimento, di effettiva comprensione della vicenda delittuosa, di riparazione sociale o di monito rispetto al ripetersi di tali comportamenti". Insomma nulla che possa far pensare a un pentimento.

Suscita quindi tanto più stupore e indignazione la decisione del Viminale di non allontanare gli agenti, ma di limitarsi a una sospensione per il periodo di detenzione, prevedendone il ritorno in servizio allo scadere dei sei mesi. Compreso l'agente che su facebook insultò pubblicamente e gravemente la madre di Federico, che grazie a un blog fece esplodere il caso.

Possibile che la ministra degli interni Cancellieri non abbia nulla da dire al riguardo? Noi sosteniamo le richieste della difesa di Federico e di sua madre: quelle persone non devono tornare a fare i poliziotti perché sono un pericolo per la sicurezza e l'incolumità dei cittadini! Non vogliamo che si ripetano altre violenze e uccisioni per colpa, diretta o indiretta, delle forze dell'ordine.

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