Zeina ha 10 anni. La sua famiglia, originaria di Homs, teatro di aspri combattimenti nei mesi passati, si è dovuta spostare tre volte, in Siria, prima di arrivare al campo di Zaatari, in Giordania, in cerca di salvezza.
Campo di Zaatari, Al Mafraq, Giordania - Alle prese con la nuova vita nel campo rifugiati, Zeina cerca di tornare alle sue vecchie abitudini di quando viveva ad Homs. Le piace frequentare la scuola del campo, aiutare la madre nelle faccende domestiche e giocare con gli amici che si è fatta nel campo o durante la fuga attraverso il confine.
"La mattina vado a scuola e il pomeriggio aiuto mia madre in cucina", dice Zeina. La madre è un'insegnante nel campo rifugiati. "La aiuto per quanto posso, ma non sono ancora capace di cucinare, sono ancora troppo piccola", dice la ragazzina. Il padre lavorava con successo nel commercio di mobili, ad Homs.
La famiglia, che una volta possedeva una grande casa e due negozi di mobili a Daraa, vive nel campo rifugiati da tre mesi e riceve le razioni del WFP ogni quindici giorni. "Abbiamo lasciato tutto, o quello che era rimasto", racconta il padre di Zeina, Abu Ziyad. "Ho superato i 50 anni. Sarei rimasto a casa e ci sarei morto, se non fosse stato per i miei figli. Dovevo portarli in salvo, a tutti i costi".
Il più delle volte, Zeina ha l'aria di una bambina felice ma, quando sente un aereo o anche delle grida, si spaventa molto e si copre le orecchie. "Abbiamo dovuto portarla in ospedale, l'altro giorno. C'era un matrimonio e stavano sparando per celebrare l'evento", spiega il padre. "Le hanno dovuto fare un'iniezione per calmarla".
Con parole semplici, tipiche di una bambina di quest'età, che non dovrebbero includere "bombardamento" o "razzi", Zeina racconta l'orrore che li ha cacciati prima da Homs e poi dal paese. "C'era un bombardamento e ci sparavano delle granate, ci hanno costretto ad uscire di casa", ricorda Zeina. "Sparavano razzi contro la nostra casa, e ci siamo dovuti nascondere in un bunker".
Sono molti i ragazzini come Zeina che hanno lasciato la Siria per cercare salvezza nei paesi confinanti. Il WFP risponde ai bisogni alimentari dei rifugiati in Iraq, Giordania, Libano e Turchia con distribuzioni di cibo e voucher alimentari. Ad ottobre, il WFP ha fornito assistenza alimentare a circa 160.000 rifugiati nei quattro paesi.