ROMA - I sordi italiani "sono stanchi di dover sopportare la quotidiana discriminazione operata dalla Rai, che li esclude inopinatamente da tutti quei programmi televisivi di primaria importanza e/o di particolare rilevanza dal punto di vista informativo, culturale, approfondimento politico sia pre-registrati sia in diretta, nelle fasce orarie di maggior ascolto, in quanto privi di sottotitolazione e/o della traduzione in Lis, Lingua dei segni italiana". Il tutto "a dispregio di quanto previsto dal contratto di servizio, che tra l'altro è anche scaduto e dovrà essere rinnovato per il triennio in corso". E' duro il tono della nota che l'Ens, Ente nazionale sordi, a firma del suo presidente Giuseppe Petrucci ha inviato in questi giorni al ministro delle Comunicazioni Corrado Passera, alla presidente Rai Anna Maria Tarantola oltre che al Segretariato sociale Rai, alla presidenza della Commissione di vigilanza Rai e alla presidenza dell'Agcom. "Quelle poche trasmissioni che vengono sottotitolate - prosegue l'Ens - il più delle volte sono incomprensibili e di pessima qualità, fornendo così un servizio offensivo della dignità degli utenti sordi".

Per tali ragioni "i sordi italiani hanno proclamato lo stato di agitazione perché stanchi di questa palese e continua discriminazione, che viola i più elementari diritti costituzionali di uguaglianza e partecipazione alla vita politica, sociale e culturale del Paese". I sordi italiani non sono più disposti ad attendere oltre le promesse fatte e mai mantenute, nonché a continuare a subire l'atteggiamento della Rai, totalmente irrispettoso nei loro confronti, che ignora completamente anche quei diritti sanciti dalla Convenzione Onu di cui il Parlamento italiano si è fatto garante, ma che vengono ogni giorno impunemente calpestati da un'azienda che dovrebbe rendere un servizio pubblico alla collettività intera e non solo a quella più fortunata.

Qualora non vengano fornite nell'immediato rassicurazioni e attuati concreti interventi per sanare questa vergognosa situazione, i sordi italiani preannunciano diffuse azioni di protesta per salvaguardare i loro diritti di cittadini che, al pari degli udenti, pagano per intero il canone Rai.

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