"Ci troviamo di fronte a un problema complesso: per la prima volta nella storia della
nostra società i figli hanno molta più competenza e conoscenza dei padri, che quindi
hanno scarse possibilità di esercitare una funzione di guida e di controllo. Non
vogliamo demonizzare queste nuove tecnologie che offrono anche opportunità di
divertimento - ha affermato Longo - ma denunciamo l'uso spregiudicato di contenuti
pericolosi per i minori, già esposti a forti condizionamenti della televisione che
mostra quotidianamente, anche nelle fasce protette, immagini di violenza".
"Chiediamo regole, che non siano solo codici di autoregolamentazione, perché non
basta la codifica europea PEGI (Pan European Game Information). Ci vuole un
controllo sulla vendita dei videogiochi non adattati a minori, sanzionando chi
eventualmente li vendesse ai ragazzi; e impedire che vengano offerti nella
sale-giochi, attualmente accessibili a tutti. Oppure bisogna vietare l'ingresso
in queste sale ai minori".
Il Movimento Difesa del Cittadino propone anche, come dimostrazione di
responsabilità sociale di impresa, che le aziende produttrici destinino 10
centesimi di ogni videogioco venduto per campagne di informazione sull'uso
corretto dei videogames.
Laura Simionato
Ufficio Stampa Movimento Difesa del Cittadino
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