"Condivisione sociale": il blog
In questo blog multiautore, esperti dei diversi ambiti di applicazione dell'innovazione sociale ci racconteranno le loro esperienze: leggi i loro contributi, condividili con i tuoi amici e dì la tua. Il tuo Karma Sociale crescerà!
Paolo Venturi
La Cultura oggi riveste un importanza strategica come asset per rigenerare nuove modelli di sviluppo ma soprattutto per il contributo originale che offre in termini di formazione dell'identità.
Secondo Pier Luigi Sacco si possono individuare due grandi percorsi nei quali le nuove generazioni costruiscono la propria identità: percorsi di costruzione dell'identità attraverso "gli oggetti" o attraverso "l'esperienza".
Il primo caso riguarda il legare l'identità ad una serie di oggetti che si possiedono e che trasmettono l'Essere della persona. Un'identità di questo tipo è molto facile che sia competitiva. Le persone che costruiscono l'identità "per oggetto" comprendono di doversi garantire un reddito finalizzato a trasformarsi in potere d'acquisto; di conseguenza, non coltivano relazioni sociali significative, dato che dedicano la maggior parte del loro tempo al lavoro e guardano alle persone in maniera strumentale. Ciò le porta a non soddisfare i bisogni relazionali che vengono, alternativamente, colmati dall'acquisto di beni con la conseguenza inevitabile di un vero e proprio "deserto relazionale". La conseguenza di ciò è che le relazioni diventano dunque strumentali, perché, se si costruisce la propria identità attraverso gli oggetti, automaticamente si rendono tali anche le persone. Ovviamente, non si può oggi prescindere dal costruire la propria identità senza riferimenti agli oggetti che ci circondano; tuttavia, costruirla solo attraverso questi porta a degli effetti che possono essere devastanti.
La modalità alternativa di costruzione dell'identità è l'esperienza. Questa richiede il pagamento di un prezzo che combina l'elemento monetario con un costo di accesso. Avere accesso ad un'esperienza comporta un costo la cui principale caratteristica è l'intangibilità. Tale costo ha una dimensione cognitiva e, pertanto, risulta necessario modificare il proprio schema di modello mentale per poter usufruire della relativa esperienza. Sviluppare un nuovo modello mentale richiede, dunque, dei costi: il primo cognitivo, come appena descritto, il secondo, invece, motivazionale.
In questo contesto, per esempio, la cultura svolge un ruolo fondamentale di mediatore verso la costruzione dell'identità basata sull'esperienza. All'interno degli studi sul rapporto tra economia e felicità, è emerso che chi consuma molto da un punto di vista culturale è più felice. La cultura mette le persone in grado di fare scelte più consapevoli e di costruire l'identità in modo più autentico, meno ricattabile. L'ulteriore evidenza è che se si rappresenta in una curva il reddito medio pro-capite rispetto alla percezione di felicità si potrà riscontrare che, sotto i 12 mila dollari pro-capite, la relazione tra reddito e felicità è molto forte (al crescere del reddito, cresce la felicità). Quando si supera tale soglia, la curva si appiattisce: ciò a dire che, oltre quel limite, i soldi non sono più un fattore decisivo per determinare o meno la felicità delle persone e, quindi, che la capacità di costruire benessere dipende da altri fattori.
Lo sforzo richiesto in termini di diffusione di cultura come bene esperienziale è particolarmente forte per un paese come l'Italia, dove - nonostante la maggior parte (88%) della popolazione ritenga importante il ruolo ricoperto dalla cultura - quasi un cittadino su due non partecipa ad alcuna attività culturale (livello inferiore alla media europea).
Ecco quindi che, all'interno della crisi entropica ossia di senso che caratterizza la nostra società, pensare a percorsi di costruzione dell'identità valorizzando elementi di natura culturale diventa uno straordinario strumento capace di alimentare nuovi modelli di crescita umana costruiti su relazioni significative, vere cioè non strumentali.