Roma - (Adnkronos/Ign) - Nella media del 2012 la retribuzione oraria è aumentata dell'1,5% rispetto all'anno precedente. E' quanto rileva l'Istat. E' la crescita media annua più bassa da 30 anni. Fiducia consumatori in calo a gennaio, ai minimi dal 1996. Centro Studi di Confindustria: ''In Italia toccato il fondo, ma pronti a rimbalzo''. Sangalli: ''Senza impresa non c'è salvezza per l'Italia''.
Roma, 28 gen. (Adnkronos/Ign) - ''Alla fine di dicembre 2012 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica corrispondono al 71,6% degli occupati dipendenti e al 68,1% del monte retributivo osservato. Nel mese di dicembre l'indice delle retribuzioni contrattuali orarie registra un incremento dello 0,1% rispetto al mese precedente e dell'1,7% rispetto a dicembre 2011. Nella media del 2012 la retribuzione oraria è cresciuta dell'1,5% rispetto all'anno precedente''. E' quanto rileva l'Istat. E' la crescita media annua più bassa dal 1983.''Con riferimento ai principali macrosettori, a dicembre le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento tendenziale del 2,2% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione'', prosegue la nota.
''I settori che a dicembre presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: alimentari bevande e tabacco (3,6%); chimiche (3,3%), legno, carta e stampa, acqua e servizi di smaltimento rifiuti (per entrambi gli aggregati 3,0%). Si registrano, invece, variazioni nulle per telecomunicazioni e per tutti i comparti della pubblica amministrazione'', continua l'Istat.
''A dicembre, tra i contratti monitorati dall'indagine, si registra il recepimento degli accordi per gli impiegati dell'agricoltura, mentre non si registrano nuovi contratti scaduti'', continua l'Istat.
''Alla fine di dicembre la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 28,4% nel totale dell'economia, e del 6,8% nel settore privato. L'attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è, in media, di 36,7 mesi per l'insieme degli occupati e di 39,8 mesi per quelli del settore privato'', conclude la nota.