Il progetto di rimpatrio volontario delle famiglie rom di Triboniano curato da AVSI, Fundatia, Casa della Carità e Comune di Milano è stato presentato presso la residenza dell'Ambasciata Italiana a Bucarest il 17 gennaio al meeting a cui sono stati invitati diplomatici e funzionari delle altre ambasciate europee presenti nel paese.
Il progetto, best practice per l'Unione Europea a Bruxelles alla seconda Convenzione contro la povertà e l'esclusione sociale, ha visto 49 famiglie di etnia Rom lasciare Milano e rientrare nei luoghi di origine. Qui l'organizzazione rumena Fundatia, partner di AVSI, ha accompagnato le famiglie stesse nel risistemarsi la casa, introdurre i ragazzini a scuola, riprendere la vita sociale.
La Casa Della Carità ha svolto i colloqui preliminari e steso un percorso di reinserimento sociale specifico per ogni nucleo famigliare; il Comune di Milano e le famiglie hanno firmato un vero e proprio accordo; AVSI ha monitorato il rientro e svolto l'erogazione dei contributi del Comune di Milano in relazione allo svolgimento del progetto famigliare (casa, scuola, salute), curato passo a passo da Fundatia.
Le famiglie, provenienti da 15 località delle province di Olt, Dolj e Gorj, nella regione Sud-Ovest Oltenia della Romania, situata a 200-300 kmda Bucarest, una volta rientrate nel Paese son state sostenute e accompagnate da Fundatia nella ripresa della vita quotidiana, dalla ristrutturazione della casa all'inserimento scolastico dei figli.
Il 100% delle famiglie vive in condizioni dignitose, il 70% permane nei luoghi del rimpatrio, il 100% dei bambini è iscritto al servizio sanitario presso il medico di base. Su 76 bambini in età scolastica, 74 permangono nel sistema. Tutte le famiglie hanno ricevuto formazione professionale, formazione generale sui diritti e gli obblighi dei cittadini e un supporto nella gestione del budget familiare.
Ottima anche l'accoglienza da parte delle autorità scolastiche nei confronti dei bambini: direttori, insegnanti ed educatori hanno mostrato il loro impegno e la loro determinazione nel voler accogliere i bambini a scuola e affiancarli nell'inserimento sia didattico che personale, mantenendo un atteggiamento di spiccata sensibilità.
Il punto di forza del progetto è stato l'approccio globale nei confronti delle famiglie, delle quali si è preso in considerazione la situazione di partenza, la particolarità del contesto di provenienza e quindi dell'ambiente in cui si sono reintegrati, le esigenze e i bisogni specifici. La buona collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti nel progetto ha generato nelle famiglie un sentimento di fiducia e un atteggiamento responsabile e partecipativo.
L'Europa si costruisce anche così, attraverso la cooperazione di attori diversi, di Paesi diversi, per un progetto di bene comune, attraverso la complementarietà nell'affronto dei problemi e la costruzione di una vera e propria "filiera sociale", fino all'"ultimo miglio", alla singola persona.