Roma, 24 gennaio 2013 - Questa settimana e la prossima si riunirà il Consiglio Esecutivo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il consesso rappresenterà un'irrinunciabile opportunità per i Governi partecipanti di poter affrontare alcune delle gravi lacune che ancora permangono nel documento chiave che definisce le azioni della comunità internazionale in materia di vaccini per i prossimi dieci anni. In caso contrario, molti bambini continueranno a non ricevere le vaccinazioni di cui hanno bisogno.
I Paesi stanno discutendo le linee guida sul controllo e sul sistema di valutazione che orienteranno le attività del "Piano d'Azione sulla Vaccinazione Globale". Sebbene gli alti costi dei vaccini mettano seriamente a rischio la sostenibilità dei programmi di immunizzazione, le linee guida non includono nessuna misura di controllo dei prezzi.
"Il costo per vaccinare un bambino è aumentato del 2700% negli ultimi 10 anni, quindi è sconcertante che il programma per il prossimo decennio non miri alla riduzione dei prezzi", afferma Manica Balasegaram, direttore esecutivo della Campagna per l'Accesso ai Farmaci di MSF. "I governi dei Paesi in cui lavoriamo sono sempre più preoccupati per i costi immani a cui dovranno far fronte una volta che il supporto dei donatori diminuirà. Una presa di posizione sulla questione dimostrerebbe almeno che le legittime preoccupazioni sui prezzi sono prese in seria considerazione".
Nel 2011, il prezzo per vaccinare un bambino con il pacchetto di immunizzazione di base che comprende BCG (tubercolosi), poliomielite, difterite, tetano, pertosse e morbillo era di 1,37 dollari. Con l'aggiunta di altri due vaccini innovativi, raccomandati dall'OMS, ovvero quelli per il pneumococco e il rotavirus - che costituiscono insieme circa il 75% del prezzo per la vaccinazione - il costo per ogni bambino ha raggiunto nel migliore dei casi i 38,80 dollari, ma molti Paesi pagano prezzi ben più alti.
"Bisogna dedicare un'attenzione maggiore all'abbassamento dei prezzi dei vaccini, per esempio incentivando l'ingresso di produttori emergenti sul mercato, favorendo dunque la competitività. Il programma di vaccinazione dei prossimi dieci anni dovrebbe costare intorno ai 50 miliardi di dollari e gran parte del costo è dato dai vaccini stessi. Ignorare questo aspetto è inammissibile", continua Manica Balasegaram.
Ugualmente preoccupante è la mancanza di attenzione rispetto al fatto che molti vaccini continuano a essere inadatti per i Paesi in via di sviluppo. Negli ultimi 5 anni, 112 milioni di bambini che vivono nei paesi poveri e in aree rurali non hanno ricevuto neanche il pacchetto di immunizzazione di base per proteggersi dalle malattie che mettono a rischio la loro vita (come dimostrano le innumerevoli epidemie di morbillo registrate negli ultimi anni ). I vaccini oggi a disposizione sono difficili da usare in aree remote o rurali (deve esser garantita la catena del freddo; richiedono operatori sanitari preparati che facciano le iniezioni; devono essere somministrati in più dosi, rendendo necessarie diverse visite mediche).
Le nuove linee guida, dimostrandosi assolutamente poco ambiziose in questo senso, prevedono la distribuzione di una sola nuova tecnica di vaccinazione adattata alle realtà dei paesi in via di sviluppo da qui al 2020. Questo, nonostante molte nuove tecniche di somministrazione dei vaccini - ad esempio senza iniezione o per via inalatoria - stiano per ricevere il riconoscimento della stessa OMS.
"Anche per un'organizzazione dalla capacità logistica come MSF, vaccinare bambini in zone difficili da raggiungere con vaccini che richiedono la catena del freddo è una grande sfida e molti bambini ne rimangono comunque esclusi", dichiara Kate Elder, esperta di vaccinazioni della Campagna per l'Accesso ai Farmaci di MSF. "Abbiamo bisogno di più prodotti che rendano più semplice la vaccinazione dei bambini. Siamo davanti a un obiettivo chiave per i prossimi 10 anni che necessita di un'adeguata risposta".
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