Sono 88 le cooperative sociali veronesi aderenti all'organizzazione, che prepara la mobilitazione per protestare contro i pesanti tagli fatti nei confronti delle categorie più bisognose di aiuti.
Inserito da Anna
(Comunicato stampa)
Un bambino, una persona con disabilità, un senza dimora e un'anziana sono gli ideali "testimonial" della manifestazione regionale "Siamo il Sociale", promossa per sabato 26 gennaio a Mestre e Venezia da Confcooperative Federsolidarietà Veneto. Oltre 5.000 persone - tra operatori, utenti, famigliari, realtà del Terzo Settore e persone attente ai temi del sociale - provenienti da tutta la regione si riuniranno per ribadire che il sociale è di tutti.
Dal 2008 a oggi è stato tagliato il 90% dei fondi dedicati ai servizi sociali a tutti i livelli: una riduzione di risorse che mette a rischio la sopravvivenza anche dei servizi minimi in favore di persone con disabilità e disagio psichiatrico, persone con percorsi di tossicodipendenza o reclusione, emarginate o povere, bambini, anziani, donne vittime di tratta o di violenza, le persone escluse dal mercato del lavoro a causa della crisi. Tagli che rischiano di mettere a repentaglio 22mila posti di lavoro.
A VERONA - Nel veronese le cooperative sociali aderenti a Federsolidarietà sono complessivamente 88, per un fatturato totale di 116 milioni e 323mila euro. Di queste 55 sono di tipo A (categoria di cooperative che si caratterizza per la gestione di servizi socio-sanitari ed educativi), 29 di tipo B (svolgono attività diverse al fine di inserire lavorativamente persone svantaggiate) e le rimanenti di tipo plurimo. Sul fronte della capacità delle cooperative sociali di fare formazione e sostenere l'occupazione, per quanto attiene il turnover di personale nel triennio 2009-2011 si registra un - 4 % che sta a significare un saldo positivo sul fronte delle assunzioni, mentre l'incremento medio annuo degli investimenti in formazione del personale è del + 9 %. La composizione di lavoratori per genere nella cooperazione sociale indica una componente femminile che si attesta intorno all'80 %, a fronte del 20 % per quella maschile. Quanto al tipo di assunzione, nell'81, 51 % dei casi si tratta di assunzioni a tempo indeterminato, nel 16,78 % a tempo determinato e nell'1,71 % a progetto.
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