Presentato il secondo rapporto dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile.
L'applicazione delle misure previste dal Paee 2011 (Piano d'azione per l'efficienza energetica) ha consentito nel 2011 un risparmio complessivo di 57.595 GWh, con un incremento del 17,1% rispetto al 2010. Inoltre, nel 2010 l'efficienza energetica nel nostro Paese è migliorata di oltre 1 punto percentuale rispetto al 2009.
Questi in sintesi i numeri principali del secondo "Rapporto sull'Efficienza energetica", predisposto dall'Enea nell'ambito del suo ruolo di Agenzia nazionale per l'efficienza energetica (Decreto Legislativo n.115/2008) per fornire uno strumento di monitoraggio e valutazione a supporto delle politiche energetiche nazionali e presentato oggi presso il ministero dello Sviluppo Economico. «Si tratta di risultati che hanno una significativa ricaduta per l'economia italiana e che costituiscono dei progressi effettivi in un processo di riconversione orientato alla "green economy"- ha dichiarato Giovanni Lelli, Commissario dell'Enea- Il risparmio energetico conseguito va quindi letto nell'ottica di una transizione verso un sistema a minore emissione di carbonio, che conferma il reale contributo del nostro Paese al raggiungimento degli obiettivi comunitari. L'Italia deve ora massimizzare le opportunità connesse all'efficienza energetica, prima priorità della Strategia energetica nazionale, puntando a superare gli obiettivi europei al 2020 e realizzando una filiera industriale di prodotti e servizi per l'efficienza energetica competitiva su un mercato internazionale in via di espansione. Il Rapporto presentato oggi- ha concluso Lelli- costituisce la base di conoscenza indispensabile per raggiungere tali obiettivi supportando il decisore pubblico nel percorso di attuazione, verifica e messa a punto di nuove politiche».
I risultati positivi, secondo l'Enea, sono dovuti all'adozione di tecnologie più innovative. In particolare: il settore residenziale ha favorito l'utilizzo di impianti ad alta efficienza quali caldaie a condensazione e solar cooling; il settore terziario ha introdotto tecnologie impiantistiche ad alta efficienza e materiali ad alte prestazioni; nel settore industriale, grazie al meccanismo dei Tee (Titoli efficienza energetica o certificati bianchi), è aumentata la diffusione della cogenerazione ad alto rendimento, dei motori elettrici ad alta efficienza e dei recuperi di calore dal processo produttivo; nel settore dei trasporti si registra un miglioramento energetico della tecnologia veicolare, ma il rinnovo del parco automobilistico ha subito un rallentamento a causa della crisi economica.
Il secondo Rapporto sull'Efficienza energetica curato da Enea è stato letto (e commentato) con lenti diverse. «Condividiamo appieno la strategia adottata dal ministero dello Sviluppo economico e così ben illustrata nel Rapporto appena presentato da Enea- ha dichiarato Roberto Minerdo - direttore delle Relazioni istituzionali e della comunicazione di Metaenergia (società energetica che opera nel settore della fornitura di energia elettrica e del gas)- Da tempo, infatti, sosteniamo come sia assolutamente indispensabile intervenire sul patrimonio pubblico e privato per il suo miglioramento sotto il profilo energetico, in quanto ogni azione di efficientamento, condotta con criteri di innovazione e sostenibilità, contribuirà alla riduzione dei consumi energetici e al miglioramento dell'ambiente».
Di avviso diverso Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia. «Tutti parlano e straparlano di efficienza energetica, in Italia, ma i fatti sono ancora decisamente troppo pochi. Anzi, per l'ennesima volta siamo costretti a fare appello al futuro Parlamento perché confermi e renda davvero efficace il 55% di sgravio fiscale per l'efficienza energetica sugli edifici». Il Wwf che ha presentato la sua Roadmap "Salva Italia" al 2050 incentrata su efficienza energetica, energie rinnovabili e decarbonizzazione sottolinea: «Va reso merito all'Enea di mettere i decisori davanti ai dati concreti- ha continuato Midulla: le tabelle nell'executive summary dimostrano in modo lampante che dal 1990 il livello di efficienza energetica in Italia è diminuito in tutti i settori. Questo anche a causa di provvedimenti mai coerenti e molto contraddittori. Il successo enorme degli sgravi fiscali del 55% per l'efficienza sugli edifici, per esempio, è sempre destinato ad autodistruggersi entro un certo periodo di tempo, ed è stato minato anche dall'innalzamento degli sgravi per le ristrutturazioni in generale: quale cittadino sceglierebbe di dover dimostrare i propri interventi di efficienza energetica per avere un 55% di sgravi fiscali quando può, molto più facilmente, accedere al 50%? Comunque, tra pochi mesi il 55% per l'efficienza scadrà di nuovo e le defiscalizzazioni per le ristrutturazioni edilizie torneranno al 36%. Insomma, del ?diman non vi sarà certezza' e di nuovo dovremo invocare il Parlamento perché faccia una legge che finalmente stabilizzi gli incentivi sulle ristrutturazioni, con una chiara priorità all'efficienza energetica», ha concluso l'esponente del Wwf.
Il Rapporto presenta due novità: la collaborazione fra Enea e Confindustria per l'analisi dei comparti industriali che offrono prodotti e servizi per l'efficienza energetica e quella con I-com (Istituto per la Competitività) ed Assoimmobiliare per la realizzazione di un'indagine sugli effetti dell'efficienza energetica sul mercato immobiliare. Per la realizzazione della prima indagine è stato diffuso un questionario a cui hanno risposto 99 imprese iscritte alla Confindustria circa la metà provenienti dall'Italia nord-occidentale. Il dato principale emerso evidenzia come le imprese che sono in grado di offrire prodotti e servizi per l'efficienza energetica a livello nazionale, si rivolgono in prevalenza ad operatori industriali dei settori meccanico e delle costruzioni.
Nella seconda indagine (collaborazione Enea I-com), è stato indagato quale ruolo rivesta l'efficienza energetica per gli attori del mercato immobiliare tramite un sondaggio effettuato con i principali fondi immobiliari attivi in Italia. E' emerso che a fronte di una elevata sensibilità diffusa tra questi operatori, si evidenzia però che la maggiore criticità riguarda le difficoltà di accesso a finanziamenti per realizzare gli interventi per il miglioramento energetico degli edifici, visto che la maggior parte dei casi analizzati ha fatto ricorso a risorse proprie. L'indagine ha rilevato che le imprese immobiliari non hanno la tendenza ad avvalersi delle Eesco per realizzare gli interventi. Inoltre è stata valutata l'incidenza della qualità energetica degli immobili rispetto agli altri parametri che concorrono alla definizione del loro prezzo di vendita, ed è emerso che la qualità energetica ha un peso rilevante solo nel caso di classi energetiche elevate. Questo parametro è trascurabile nelle abitazioni dei centri storici delle grandi città.