di Salvatore Gatti
ROMA - Jean-Claude Junker, il potente presidente lussemburghese dell'Eurogruppo, l'organismo che comprende tutti i ministri dell'Economia e delle Finanze dell'area euro, lascia perché il suo mandato è finito. E chi lo sostituisce? Il quarantaseienne ministro delle Finanze olandese Jeroen Dijsselbloem, imposto dalla Germania di Angela Merkel. E, guarda caso, qual è la prima parola che pronuncia? "Austerity". Per l'esattezza: "Ritengo che l'austerity e i conti in pareggio siano importanti per il futuro, perché significano più investimenti e possibilità di crescita. Ma la strada per avere i conti in ordine è dura".
Non a caso la martoriata Spagna ha votato contro e la sua nomina è stata accolta con molta freddezza dalla Francia socialista. Eppure Dijsselbloem è un laburista; ma una laburista della rigorosissima Olanda, che in passato, a volte, si è dimostrata più oltranzista della stessa Germania.
Il nuovo capo dell'Eurogruppo è laureato in economia agraria alla Wageningen University, la più importante dell'Olanda, e parla perfettamente tedesco, inglese, francese. "Mi impegnerò in Europa perché ogni nazione si assuma le proprie responsabilità", sostiene. Una frase sinistra che fa pensare a tante Grecie sparse per l'Eurozona. L'Europa, insomma, non cambia linea: austerity uber alles.