Una neve fredda e ghiacciata copre il Vicino Oriente e anche quando il sole fa capolino tra le nubi l'aria rimane gelida. Siamo in West Bekaa in Libano, siamo ad Amman in Giordania ma la sostanza non cambia: migliaia di rifugiati siriani scappati da un Paese in guerra stanno intirizziti chiusi in tende di fortuna o nel migliore dei casi tra quattro mura di cemento senza luce e senza riscaldamento.

E' in questo caso, e forse l'unico, che si apprezza il vivere in troppi in 10 metri quadrati: almeno i corpi si scaldano l'un l'altro. Ed è in questo contesto che AVSI interviene con i progetti della Campagna Tende, dell'agenzia dell'Unione Europea ECHO e della Fondazione svizzera San Camille.

L'inverno sta mettendo a dura prova le famiglie di rifugiati siriani in cerca di protezione; ad oggi sono 168.074 le famiglie siriane sfollate in Giordania e 168.600 in Libano. AVSI, in coordinamento con l'Alto Commissariato per i Rifugiati (UNHCR) e con il supporto dell'Ufficio per gli Affari Umanitari della Comunità Europea (ECHO) sta aiutando circa 6800 famiglie vulnerabili con distribuzioni di kit invernali (coperte, stufe, vouchers per l'acquisto di carburante) in entrambi i Paesi.

L'urgenza della situazione si fa sempre più drammatica giorno dopo giorno: le abbondanti nevicate nella valle della Bekaa in Libano e nelle principali città frontaliere della Giordania hanno messo a dura prova le famiglie più povere che ospitano i rifugiati siriani ed interventi rapidi si rendono necessari.

Oltre a questo intervento regionale, AVSI interviene nel Libano centro-orientale nella regione West Bekaa con il supporto della Fondazione St. Camille attraverso distribuzioni di kit invernali a 100 famiglie di siriani fuggiti da Damansco e Homs che hanno trovato alloggio in tende e baracche tra i gelidi campi agricoli del villaggio di Qaraoun.

Il freddo, però, non è l'unica preoccupazione. La comunità umanitaria internazionale ha identificato come prioritaria la protezione dell'infanzia ed il supporto scolastico per le famiglie siriane: le Nazioni Unite stimano che il 50% dei profughi vittime della crisi siano bambini.

Il team d'urgenza di AVSI con base a Beirut non è rimasto a guardare e dopo assessments settoriali nel Sud del Libano, inizierà dal mese di febbraio una collaborazione con la sezione educazione e protezione dell'Infanzia di UNICEF attraverso un intervento in quattro scuole pubbliche ad alta prevalenza di studenti siriani e nei villaggi limitrofi: saranno organizzati corsi di recupero scolastici settimanali ed un "Child Friendly Bus", ovvero un autobus equipaggiato a misura di bambino, che si sposterà tra le varie comunità rurali e sobborghi più poveri dove hanno trovato sistemazione le famiglie di profughi siriani per organizzare attività ricreative e supporto psico-sociale alle persone più bisognose.

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