È una sentenza epocale, quella emessa il 16 dicembre da sei giudici della Corte di giustizia della Comunità economica degli stati dell'Africa occidentale (Ecowas), dal momento che per la prima volta un governo e delle aziende sono chiamate a rendere conto dell'inquinamento.
Nel caso Serap versus Nigeria (cominciato nel 2009), la Corte ha ritenuto all'unanimità l'esecutivo nigeriano responsabile per gli abusi commessi da parte delle aziende petrolifere, chiarendo però che lo stesso governo è tenuto a chiedere conto alle compagnie del loro operato.
La Corte ha evidenziato come la Nigeria abbia violato gli articoli 21 (diritto alle ricchezze e risorse naturali) e 24 (diritto a un ambiente sano) della Carta africana dei diritti umani e dei popoli, non proteggendo il Delta del Niger e i suoi abitanti dalle attività delle aziende petrolifere che da decenni stanno impunemente devastando la regione.
Secondo i giudici, il diritto al cibo e alla vita sociale degli abitanti del delta del Niger è stato violato a causa della distruzione dell'ambiente e quindi della distruzione della loro possibilità a guadagnarsi da vivere e a godere di uno standard di vita sano e adeguato. La Corte ha inoltre dichiarato che sia il governo della Nigeria, sia le aziende petrolifere, hanno violato i diritti umani e culturali degli abitanti della regione.
La Corte ha stabilito che l'incapacità del governo di emanare leggi adeguate, di creare istituzioni efficaci nella regolamentazione delle attività delle aziende, di perseguire i responsabili dell'inquinamento, costituisce una violazione degli obblighi internazionali della Nigeria in materia di diritti umani.
Con il supporto legale di Amnesty International, nel luglio 2009, il Serap aveva presentato una causa contro il governo federale della Nigeria e sei aziende petrolifere (Chevron Oil Nigeria Plc, Shell Petroleum Development Company Spdc, Elf Petroleum Nigeria Ltd, Exxon Mobil Corporation, Agip Nigeria Plc e Total in Nigeria Plc) per violazione dei diritti umani e inquinamento da idrocarburi nella regione del delta del Niger.
Ma mentre il giudice aveva inizialmente affermato che il governo nigeriano e l'azienda petrolifera nazionale (la Nigerian National Petroleum Corporation - NNPC) "possono essere ritenuti responsabili per le violazioni dei diritti umani nel delta del Niger" aveva declinato la propria competenza nel giudicare le aziende dichiarando che: "Una delle questioni più controverse nel diritto internazionale è la responsabilità delle aziende, in particolare delle multinazionali, nei casi di violazione o complicità nelle violazioni dei diritti umani, specialmente nei paesi in via di sviluppo. Infatti, uno dei paradossi che attualmente caratterizzano il diritto internazionale è il fatto che gli stati e gli individui possono essere ritenuti responsabili a livello internazionale, mentre le aziende no."
Fonte: Staccha la spina