CHIUDE LA SCUOLA PER NON VEDENTI

Si blocca l'attività del centro. Una madre:«Fan sempre così: sotto elezioni chiudono per farci a manifestare per strada; poi qualcuno ripristina i servizi facendo bella figura».

ROMA - Il Centro Regionale S. Alessio - Margherita di Savoia per i Ciechi è di nuovo in difficoltà. Di nuovo perché - secondo alcune madri di giovani assistiti dall'istituto romano - «ogni anno, per un certo periodo, il centro chiude per i più svariati motivi e si cambiano gli amministratori». Questa volta è un problema di fondi: mancano 1,5 milioni di euro, mai erogati dalla Regione Lazio.

Il Sant'Alessio fornisce servizi assistenziali per non-vedenti e da fine dicembre 2012, ha chiuso i battenti per alcuni rami di attività. Oltre 200 famiglie coinvolte nella chiusura di importanti servizi di assistenza domiciliare come la tiflologia (i programmi per l'integrazione delle persone con disabilità visiva: non vedenti e ipovedenti), e tiflodidattica (dedicata in particolare agli allievi di scuole dell'infanzia e scuola primaria) nelle scuole. L'allarme per lo stop-attività arriva anche da alcuni operatori sanitari del centro che non hanno contratti regolari da oltre 10 anni.

OPERATORI E SERVIZI - «Mio figlio viene assistito da 15 anni presso il S. Alessio - racconta Chiara, una madre -. E il copione è sempre lo stesso: chiudono il centro in prossimità della elezioni per farci manifestare per strada, cosi poi qualcuno provvederà a ripristinare i servizi facendo bella figura». I racconti delle famiglie del centro e quelli degli operatori sono simili. Ognuno di loro parla di cambi di gestione repentini e fondi per il mantenimento della struttura non erogati dalla Regione Lazio. Sabrina invece si occupa di assistenza pedagogica e da 12 anni ha svariati contratti Co. Co. Co senza mai essere stata regolarizzata. «Riesco a coprire un totale di 36 ore a settimana con i miei pazienti» racconta l'operatrice e punta il dito contro la crescita invece, dei contratti per i ruoli amministrativi, «che sono troppi rispetto a noi operatori che siamo più utili a garantire i servizi».

NESSUN IMPEGNO PER IL 2013 - «Per un solo paziente non posso regolarizzare un'operatore con poche ore settimanali» replica l'attuale Commissario straordinario Regionale, Alessandro Matteini, che conferma l'attuale situazione di «passività cronica» del Sant'Alessio, perché non ha ancora ricevuto i fondi utili stanziati dalla Regione. La Regione infatti, mantiene il Centro con una spesa annuale di 1,5 milioni di euro, pari a 81.000 ore circa di servizi e prestazioni erogate.

Con una lettera firmata dal direttore generale del Sant'Alessio, Gianfranco Rinaldi, e dallo stesso Matteini, si chiede alla Regione Lazio «l'immediata erogazione di quanto spettante, al fine di riprendere quanto prima l'erogazione dei servizi descritti».

SENZA SOLDI - Le spettanze si riferiscono al saldo dell'annualità del 2011, l'intero anno del 2012 e anche l'inesistente atto riguardo l'anno appena iniziato. Il commissario si unisce cosi all'indignazione delle madri che aspettano la riapertura dei servizi d'assistenza. «Aspettiamo i versamenti», conclude Matteini, che parla già di una prossima riduzione degli amministrativi senza però licenziare nessuno. Sul tema dell'occupazione non si sbilancia la presidenza del Sant'Alessio, ma è chiaro che «se non ci mandano i soldi non possiamo fronteggiare nessun problema».

Gianluca Russo

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