Biggeri: "Una scelta non di comodo o di convenienza"

Quanto un risparmiatore sceglie una banca etica ''è sicuro che il suo operato non nuoce all'ambiente, al sociale e all'economia mondiale ed è lo stesso principio che regola l'approccio al biologico o al mercato equo e solidale''

Commissioni basse o assenti, rapporto qualità prezzo, reputazione e facilità d'accesso. Sono di certo questi i fattori che influenzano maggiormente la scelta di una banca da parte dei risparmiatori che, in tempo di crisi, sembrano essere diventati più prudenti, scegliendo prodotti a basso rischio come i conti deposito. Lo rileva uno studio dell'Osservatorio del portale di confronto SuperMoney.

Ma in che percentuale la propria banca investe in finanziamenti all'economia reale e in che percentuale in attività speculative? In che titoli investono i fondi pensione e fondi comuni di investimento? Sono anche queste le domande che, secondo Banca Etica, il singolo risparmiatore, dovrebbe tenere in considerazione nei criteri di scelta. Banca Etica, spiega all'Adnkronos il presidente Ugo Biggeri, ''è una scelta di valore. Di certo non di comodo o di convenienza''.

Quanto un risparmiatore sceglie una banca etica ''è sicuro che il suo operato non nuoce all'ambiente, al sociale e all'economia mondiale ed è lo stesso principio che regola l'approccio al biologico o al mercato equo e solidale''. La finanza, dunque, è come qualsiasi altro prodotto, ''serve però una presa di coscienza dei risparmiatori per poter condizionare il comportamento delle banche'' come è accaduto, ad esempio, per i prodotti di largo consumo.

Essere una banca etica, però, sottolinea Biggeri, ''non implica che non ci siano tassi d'interesse sui mutui che, tra l'altro, sono concorrenziali. Anche se lo scopo non è ricavare degli utili, gli interessi servono per sostenere i costi'' relativi alle filiali (che sono 16), alle quali si aggiungono i banchieri ambulanti, o ai dipendenti.

L'aspetto poco conveniente di Banca etica riguarda i prodotti di raccolta, ossia i conti deposito, ''dove il tasso di interesse è molto basso''. Perché? ''Se mentre l'economia cresce a stento dell'1% una banca mi propone un conto deposito che rende il 5% di interessi, è ovvio che quella banca non investe in economia reale'' spiega Biggeri aggiungendo: ''Nessuna impresa in questa fase cresce così tanto da poter dare il 5% al piccolo risparmiatore, far guadagnare l'intermediario e intanto fare utili''.

Alti rendimenti sui prodotti di raccolta di risparmio in fase di crisi sono, secondo il presidente di Banca etica, ''un indizio del fatto che l'intermediario finanziario investe probabilmente in attivita' speculative. E così anche il più attento dei cittadini può finire con l'essere complice inconsapevole di meccanismi distorti''.

Un rischio dovuto anche al fatto che la maggior parte delle persone pur essendo fruitrici di servizi finanziari (conto corrente, mutuo, fondo pensione, carta di credito), non conosce la finanza o pensa che sia una materia troppo complicata.

Lo dimostra l'Indice di cultura finanziaria elaborato da PattiChiari, in collaborazione con Ambrosetti, The European House: per l'Italia nel 2010 il valore si ferma a 4,3 punti su una scala da 1 a 10. A preoccupare maggiormente sono i dati che riguardano i giovani tra i 18 e i 34 anni di età che registrano, mediamente, il più basso livello di cultura finanziaria in Italia, mentre il valore più elevato (4,6) è detenuto, a pari merito, dagli individui in età compresa tra i 35 e i 54 anni e dagli over 54.

Per indurre il maggior numero possibile di persone a comprendere questi meccanismi della finanzia e a compiere scelte ragionate, Banca popolare Etica, lancia la campagna 'Non Con I Miei Soldi', una campagna virale che sarà diffusa principalmente on line (www.nonconimieisoldi.org), sui social network e attraverso eventi locali organizzati dai Gruppi di iniziativa territoriale animati dai soci di Banca Etica.

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