L'Italia diventa il centro europeo per gli studi sul clima del Mediterraneo
di SONIA TOPAZIO
BUENOS AIRES ? L'Italia fa il suo ingresso nelle ricerche di punta sul clima con la creazione di un Centro Euro Mediterraneo per i cambiamenti climatici (CMCC). L'annuncio preliminare della costituzione del Centro è stato fatto in occasione della Conferenza Mondiale sul Clima in corso a Buenos Aires (COP10).
«Si tratta di un Centro che, per la prima volta in Italia, ha il compito di coordinare le ricerche nel settore delle variazioni climatiche e degli effetti che tali variazioni hanno sugli ecosistemi e sull'uomo. In Italia queste ricerche, oggi, sono sparse tra Istituti e gruppi di studio», riferisce il Professor Enzo Boschi, Presidente dell'Istituto Nazionale di Geofísica e Vulcanologia, l'ente che ha ricevuto l'incarico di coordinare le attività del nuovo Centro da parte di quattro Ministeri: Ambiente, Economia e Finanze, Istruzione Università e Ricerca, Politiche agricole.
Numerosi sono gli altri partners del progetto: l'Università di Lecce, dove il Centro avrà sede e sarà inaugurato nel 2005; la Fondazione ENI Enrico Mattei; l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI); il Centro di ricerche aerospaziale di Capua (CIRA); il Consorzio Venezia Ricerche; l'Università del Sannio a Benevento, l'Università della Tuscia; il CNR; l'ENEA, Il Servizio meteo dell'Aeronautica Militare ed altri istituti italiani.
«Il Centro dovrà produrre modelli matematici, simulazioni del clima, software applicativi, e formare personale di altíssima qualificazione nelle scienze dei cambiamenti climatici - aggiunge Boschi -. Per raggiungere meglio questi scopi la sua struttura sarà articolata nel polo centrale di Lecce e in quello di Sassari e nelle sedi dislocate a Benevento, Bologna, Capua e Venezia».
Le attuali previsioni sul futuro del clima in relazione all'aumento dei gas serra prodotti dall'uomo, si basano su modelli matematici in grado di descrivere quale potrebbe essere lo stato dell'atmosfera fra alcuni decenni. Tali simulazioni sono oggi sviluppate prevalentemente da grandi Istituti di ricerca internazionali esistenti negli USA, in Europa (Gran Bretagna e Germania) e in Giappone.
«Anche in Italia, presso la sede dell'INGV di Bologna, sviluppiamo simulazioni climatiche che si basano su modelli di circolazione dell'atmosfera, degli oceani, del Mar Mediterraneo e dei ghiacci marini - spiega il Professor Antonio Navarra, che è stato da poco nominato responsabile del progetto CMCC -. Con la costituzione del nuovo Centro intendiamo fare un passo avanti e tentare di accoppiare i modelli già elaborati a Bologna con altri relativi alla biosfera terrestre, agli ecosistemi marini e alla chimica dell'atmosfera. Tutto ciò allo scopo di ottenere simulazioni più attendibili e con una risoluzione più spinta, che ci permetterà di vedere nei dettagli come potrebbe evolvere il clima nell'area mediterranea».
Oltre allo sviluppo delle simulazioni climatiche, il Centro svolgerà ricerche sugli scenari di emissione futura da parte degli altri Paesi industrializzati e in via di sviluppo, sugli impatti delle variazioni climatiche nell'agricoltura, nell'economia e nella salute umana, sul ciclo del carbonio e sulla prevenzione dei disastri idrogeologici.
Le risorse informatiche e di calcolo necessarie per tutta questa serie di ricerche saranno concentrate nella sede di Lecce, dove troverà posto un supercomputer parallelo dell'ultima generazione. Gli altri Centri di Ricerca con collaborerà il Centro di Lecce sono: l'Hadley Center (UK), il Max Planck Institute di Amburgo, il Geophisical fluid dinamicy laboratory di Princeton USA. Le risorse finanziarie disponibili per i primi tre anni di attività del Centro ammontano a 27 milioni di euro e sono gia state assegnate attraverso un apposito decreto interministeriale.
Il Tempo, 11 dicembre 2004