di Carlo Infante
L'economia è ferma, i modelli (come quelli industriali) su cui s'è fondata si stanno rivelando obsoleti e non solo perchè la globalizzazione impone merci prodotte altrove a costi più bassi.
E' indubbio che è sempre più urgente trovare altre forme attraverso cui produrre ricchezza.
L'innovazione digitale attraverso la molteplicità d'imprese e giovani start up incide già per più del 2% del PIL nonostante i ritardi per lo sviluppo della banda larga che ancora non permette ad un'ampia percentuale di italiani di accedere al web.
Qualcuno si chiederà come sia possibile fare i soldi usando internet, al momento sfodero solo una risposta: risparmiando, o meglio ottimizzando i processi organizzativi connessi sia ai sistemi produttivi sia a quelli della pubblica amministrazione.
Attraverso il web è possibile trovare il valore di una comunicazione basata sulla reciprocità del "comunicare con", un dato per niente scontato dopo decenni di massmedia che hanno imposto la modalità del "comunicare a".
Un ulteriore dato è nell'individuazione di quelle esperienze innovative che amerei definire dei nuovi "artigiani digitali" capaci di intraprendere sperimentazioni originali che possono coniugare il "saper fare" proprio delle culture artigiane con il "far sapere" che può aiutare le piccole e medie imprese a comunicare le proprie potenzialità. Emblematico è in tal senso un progetto della Regione Toscana, GiovaniSi, che promuove tirocini di giovani con competenze digitali nell'ambito di imprese che soffrono di un generalizzato deficit d'innovazione.
Si tratterà di questi temi nella manifestazione Speak a S.Giovanni Valdarno con un focus specifico sulla creatività come driver per lo sviluppo.
E' evidente che la creatività va concepita come qualcosa che va oltre le pratiche artistiche per estendersi in quelle dinamiche della comunicazione che, come ho appena detto, possa ridefinire le modalità di auto-organizzazione e di promozione delle filiere artigiane connotate nell'ambito delle peculiarità territoriali.
Un buon concetto di creatività è quello suggerito dal matematico francese Jules-Henri Poincaré: "Creatività è unire elementi esistenti con connessioni nuove, che siano utili". E penso a quanto questo suggerimento sia decisivo per capire il fenomeno del mash up in Internet, implementando diverse applicazioni su operatività che rilanciano il principio open source nel senso lato del termine.
Concetti nuovi che fanno individuare delle svolte possibili.
È questa tensione generativa, aperta, che può dare sviluppo a ciò che definisco la creatività connettiva, capace di interpretare il web come dispositivo di nuova interrelazione sociale.
C'è un mondo sommerso di creatività digitale che non viene intercettato e rivela una potenzialità straordinaria che non può più rimanere limitata nella dimensione underground.
L'ambito verso cui intravedo opportunità strategiche è quindi proprio l'Innovazione Territoriale attraverso cui la comunicazione interattiva possa promuovere, narrare, ottimizzare (proprio nei termini organizzativi, grazie alla possibilità orizzontale delle reti) le risorse (da quelle culturali a quelle artigiane ed eno-gastronomiche) dei nostri territori.
La gestione delle risorse informative funzionali a questo rapporto nuovo con il territorio, a partire dall'uso di mappe interattive e di sistemi gps implementati sugli smart-phone, rappresenta un'innovazione emblematica, intimamente culturale e allo stesso tempo capace di dare sia spinta imprenditoriale sia coesione sociale.
Ciò comporta un'attenzione crescente sia verso l'evoluzione delle tecnologie della comunicazione sia verso quei comportamenti creativi che ne indirizzano i valori d'uso. Inscrivere l'uso delle reti nell'azione attraverso il territorio, di cui il turismo è solo una delle forme d'impresa, è una delle prerogative dell'ambito di ricerca sul performing media. Altro concetto nuovo che delinea una creatività sociale delle reti in grado d'innestare un'innovazione digitale nella valorizzazione dei territori.