DOPO LA "PRIMAVERA ARABA"
L'allarme del ministero dell'Interno: ci aspettiamo un boom di sbarchi.
Guido Ruotolo
Un campanello d'allarme. Che preoccupa. Quei cinquecento immigrati che sono arrivati sabato a Lampedusa, rappresentano un segnale per nulla tranquillizzante. Intanto perché i report della intelligence e degli apparati di polizia di frontiera segnalano ai confini sud dell'area del Maghreb, in particolare della Libia, eserciti di immigrati che premono alle frontiere.
Sono uomini e donne, bambini e anziani che fuggono dai conflitti del Mali, del Niger, della Nigeria, insomma del Sahel e del Corno d'Africa. Preoccupa poi la nostra intelligence l'«assembramento» di moltitudini di immigrati nelle due enclave spagnole i di Ceuta e Melilla (in Marocco).
Era già successo a metà dei primi anni Duemila, quando l'irrigidirsi della Guardia Civil spagnola di fronte alla pressione di migliaia e migliaia di immigrati alla frontiera, portò a decine di morti di poveracci che tentavano di saltare le reti di confine. E quel flusso che si spostava in Europa, attraverso la porta d'ingresso spagnola, trovò un nuovo sbocco trasferendosi in Libia.
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