Un'altra strategia e' quella di trasferire i sospetti, col pretesto del sovraffollamento, in centri di detenzione temporanei, dove gli stessi prigionieri eseguono pestaggi in cambio dell'ottenimento di privilegi. Le testimonianze rilasciate da ex detenuti parlano di squadre di sei prigionieri muniti di manganelli e bastoni. Solo nel 2005, le organizzazioni non governative russe hanno documentato piu' di 100 casi di tortura in appena 11 regioni russe. Da questo computo e' escluso il Caucaso del nord, dove Amnesty International segnala con estrema preoccupazione la pratica della detenzione in isolamento in centri segreti di prigionia. Il rapporto di Amnesty International denuncia inoltre il diniego di diritti umani fondamentali, come quello all'assistenza legale o a una visita medica da parte di un dottore di propria scelta. L'attivita' investigativa della Procura generale e' scarsamente efficace. 'L'Ue deve pretendere che il presidente Putin dimostri di essere pronto ad affrontare questi problemi e a cambiare la situazione. Si tratta di un passo decisivo, in un momento in cui l'Ue sta intensificando le relazioni con la Russia attraverso il rinnovo del Partenariato strategico'- ha dichiarato Dick Oosting, direttore dell'ufficio di Amnesty International presso l'Ue. Pertanto, l'organizzazione per i diritti umani chiede alla presidenza dell'Ue di cogliere l'opportunita' di questo Summit per chiedere alla Russia di: - firmare e ratificare il Protocollo opzionale alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e favorire la visita, al piu' presto possibile, del Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura; - sviluppare standard per l'ufficio del Procuratore generale, per assicurare che le indagini sulle denunce di tortura siano tempestive, indipendenti e in linea con gli obblighi internazionali del paese; - garantire che i detenuti abbiano accesso all'assistenza legale e a un medico di propria scelta e che essi compaiano rapidamente di fronte a un giudice.

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