Poco prima delle 4.30 di questa mattino, dopo 14 ore di negoziati, i ministri delle Finanze dell'Ue hanno raggiunto finalmente un accordo politico sui due regolamenti sul meccanismo unico di sorveglianza bancaria europea (Ssm), che verrà affidato alla Banca centrale europea, ma gestito da un nuovo Supervisory board in modo indipendente dalla politica monetaria del consiglio dei Governatori.

L'accordo dell'Ecofin, reso più difficile dall'insistenza con cui i paesi non appartenenti all'euro, ma che potranno partecipare volontariamente al sistema di sorveglianza centralizzato, hanno rivendicato il proprio diritti di essere adeguatamente rappresentati nelle istanze decisionali del nuovo meccanismo, è stato approvato all'unanimità dai ministri dei 27, salva il vertice dei capi di Stato e di governo dell'Ue (Consiglio europeo) che si riunisce questo pomeriggio e domani a Bruxelles, che altrimenti avrebbe rischiato di essere convocato a vuoto. I leader dell'Ue potranno ora celebrare il successo di un'impresa in cui si erano impegnati il 28 giugno scorso, e che avevano confermato a ottobre di voler portare a termine entro la fine dell'anno.

All'accordo politico fra i governi e la Commissione dovrà adesso seguire un accordo con il Parlamento europeo, che in questa materia è co-legislatore, e che ha già approvato in prima lettura una sua versione dei due regolamenti. Sembra difficile, comunque, che gli eurodeputati aggiungano nuovi ostacoli dopo un negoziato così difficile e complesso, ed è prevedibile che l'intesa e l'adozione definitiva arrivino già nei prossimi giorni.

Per essere pienamente operativo, il nuovo meccanismo necessiterà di almeno un anno; ma in realtà l'accordo di questa notte fissa un termine ultimo, il primo marzo 2014, che allunga di tre mesi la scadenza che era stata prevista dal vertice Ue di ottobre.

In particolare la Bce dovrà approvare i regolamenti interni, predisporre gli strumenti necessari e articolare gli snodi del sistema con le autorità di sorveglianza bancaria nazionale, e con l'Eba (Autorità bancaria europea).

Le autorità nazionali dell'Eurozona resteranno direttamente responsabili di quasi tutte le banche banche non sistemiche'con attivi inferiori a 30 miliardi di euro o al 20% del Pil del paese in cui risiedono, mentre l'Eba continuerà a occuparsi delle questioni transnazionali fra le banche degli Stati membri non partecipanti all'Ssm, dei rapporti fra queste banche e quelle sottoposte alla sorveglianza unica e rappresentate dalla Bce.

Oltre alle banche che superano le due soglie relative al valore degli attivi, saranno prese a carico direttamente del sistema centralizzato anche gli istituti creditizi che hanno richiesto o ricevuto gli aiuti dei Fondi di salvataggio europei (Efsf o Esm), quelli con attività transfrontaliere significative e le tre maggiori banche di ogni Stato membro.

Il passaggio chiave

Inoltre, la Bce, agendo come supervisore unico potrà decidere "in qualunque momento" di esercitare direttamente i propri poteri nei riguardi di qualunque altra banca, di qualunque dimensione (e quindi anche le casse di risparmio, le 'Landesbanken' o gli istituti di credito cooperativi tedeschi), se lo reputerà "necessario per assicurare una coerente applicazione di alti standard di sorveglianza" bancaria.

Nonostante l'opposizione iniziale tedesca, è salvo insomma il principio secondo cui la Bce - pur non gestendo direttamente la supervisione delle 6mila banche dell'Eurozona, ma delegando in gran parte questo compito alle autorità nazionali - resta comunque l'ultima istanza a decidere se occuparsi o no direttamente di un particolare istituto di credito, se lo considera necessario.

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