di Luca Confalonieri

Realtà poliedrica in continuo mutamento. Caleidoscopico terreno sperimentale in cui convergono, sempre più velocemente e, in apparenza, senza un comune filo conduttore, i differenti paradigmi che hanno fatto irruzione sul contemporaneo scenario internazionale.

Una città che porta in seno anime differenti, mutevoli, alle quali non è sempre facile trovare una puntuale declinazione. Sotto l'effige della grande metropoli troviamo ancora una realtà frammentaria, fatta di voci, insoliti scorci, colori, tradizioni, suoni e culture che quotidianamente ne animano le strade e i quartieri, da quelli a tutti noti del centro storico, fino ai più distanti, quelli di cui ormai si è persa memoria.

Da questa istantanea ha preso vita, prima progettualmente, e dallo scorso novembre anche operativamente, l'innovativo progetto promosso dall'Associazione no profit Podisti da Marte. All'iniziativa, articolata e declinata sulla base di plurime finalità, è stato attribuito un nome che sebbene celi molteplici rimandi concettuali, risulta estremamente chiaro e puntuale: Polifonia. Una sorta di viaggio itinerante tra dieci quartieri milanesi, dalla Stadera a Baggio, passando per la Barona, alla scoperta di quel sincretismo culturale, sociale ed artistico che definisce il presente della città.

Ripartire dunque dalla vita di quartiere. Incontri serali in cui, in un'insolita atmosfera da festa tra amici, di antica tradizione, troveranno spazio attività sportive, corsa, danza, musica, workshop, laboratori, iniziative per i bambini e molto altro ancora. Ogni serata, inoltre, sarà dedicata a promuovere e sensibilizzare i cittadini sulle attività e sui progetti di una organizzazione no profit del quartiere ospitante. Uno spettacolo corale che si pone, tra gli altri, l'obiettivo di originare momenti di incontro, di conoscenza e di scambio per favorire il benessere psico-fisico e la coesione sociale nei quartieri della città. Ai quali, in ricordo di questa piccola esperienza vissuta, l'architetto Renzo Piano donerà un albero; concretizzando così, seppur parzialmente, un progetto di riqualificazione urbana che non più di due anni fa veniva lanciato dallo stesso Renzo Piano e da Abbado, senza però trovare attuazione: piantare 90.000 alberi a Milano.

Ovviamente questo non è tutto. Polifonia è anche altro. Dietro a questa prima anima, infatti, il progetto ne nasconde almeno una seconda. Nello specifico potremmo, infatti, definirlo una sorta di laboratorio sperimentale per l'attuazione di nuove forme di fundraising.

Come precedentemente accennato, scopo di ogni singola serata sarà, anche, la promozione verso i cittadini di una organizzazione no profit che ha sede all'interno dell'area territoriale del quartiere ospitante. Attraverso libere donazioni, coloro che prenderanno parte all'iniziativa potranno così partecipare al finanziamento dell'organizzazione designata. Questa metodologia di raccolta fondi ha caratterizzato tutti gli interventi che i Podisti da Marte hanno posto in essere nei quattro anni di attività sul territorio milanese. La stessa, nota come la metodologia del Personal Fundraising, è stata definita originariamente da Paolo Ferrara, Responsabile Comunicazione e Raccolta Fondi di Terre des Hommes, secondo il quale: "il personal fundraising è la possibilità, attraverso gli strumenti del social networking, di trasformare ogni donatore (di soldi o di tempo) in un fundraiser senza intermediari, con modalità più o meno decentrate, e in maniera assolutamente trasparente".

Ripensare alle tradizionali logiche di Fundraising, secondo una visione diversa, dunque. Partire dal basso per favorire la generazione di un movimento che trovi nel suo  essere virale, l'essenza della sua potenza. Un contagio indifferenziato, fatto di piccole e grandi donazioni, che consente il raggiungimento di ambiziosi traguardi: 1500 euro è la somma che si vorrebbe riuscire a raccogliere al termine di ogni serata.

Il viaggio itinerante che attraversa i differenti quartieri di Milano, si trasforma così in un fertile terreno di incontro e di crescita, che trova nell'incontro con l'altro il seme generatore di una nuova coscienza e coesione sociale, favorendo l'attuazione di nuovi strumenti di raccolta fondi, dedicati alle piccole realtà territoriali.

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