La denuncia viene dell'Unione italiani ciechi e ipovedenti che il 13 dicembre, Giornata del cieco, lancia una campagna sul tema e punta l'indice contro "l'inadempienza dello Stato" che "non rispetta o non fa rispettare leggi che esso stesso ha promulgato". Legge Stanca disattesa, registro elettronico inattivo, bancomat e programmi tv inaccessibili.

ROMA - "I ciechi e gli ipovedenti subiscono una nuova esclusione sociale". Questo lo slogan della campagna che, in occasione della Giornata del cieco del 13 dicembre che ricorre in occasione della festività di Santa Lucia protettrice della vista, viene lanciata dall'Unione italiana ciechi e ipovedenti. Si tratta di "una importante campagna sull'accessibilità" spiega il presidente nazionale dell'associazione Tommaso Daniele, che il 12 dicembre sarà illustrata pubblicamente in una conferenza stampa. Quale la nuova forma di esclusione sociale cui ci si riferisce?

"Le nuove tecnologie, salutate dai ciechi e dagli ipovedenti come potenziale strumento di maggior autonomia ed indipendenza, in molti casi si sono rivelate, al contrario, strumento di esclusione sociale, perché attuate senza alcuna attenzione alle necessità ed alle peculiarità dei minorati della vista". Questa la denuncia dell'Uici, che punta l'indice "ancora una volta" contro "l'inadempienza dello Stato" che è "causa di emarginazione, tanto più grave perché colpisce la parte più debole dei suoi cittadini, non rispettando o non facendo rispettare leggi che esso stesso ha promulgato". Il primo riferimento è alla legge Stanca, la n. 4/2004, che "a tutt'oggi non ha prodotto i frutti sperati, rimanendo inaccessibile la maggior parte dei siti internet pubblici o di pubblico interesse, col risultato di escludere da molti servizi proprio coloro che più ne hanno bisogno".

C'è poi l'istituzione del registro elettronico degli insegnanti, cosa avviene su quel fronte? "Non ha minimamente tenuto conto dell'esistenza di professori e genitori ciechi e ipovedenti - afferma l'associazione - mostrando una volta di più l'insensibilità dello Stato per la formazione e la cultura. Ulteriore riprova è l'uso sempre crescente di libri elettronici il cui utilizzo risulta praticamente nullo da parte di persone con handicap visivo. Finanche le audiodescrizioni dei programmi televisivi, nonostante il contratto di servizio Stato-Rai, sono assolutamente carenti sia quantitativamente sia qualitativamente". Per non parlare dell'autonomia negata nell'uso della maggior parte dei bancomat e postamat, "a causa dell'indisponibilità della sintesi vocale", provocando "grave danno a un reale svolgimento dell'inalienabile indipendenza personale di ciascun individuo".

Non finisce qui: negli uffici pubblici e privati ci si ostina a utilizzare strumenti elimina code che segnalano le informazioni solo a livello visivo e non permettono a ciechi e ipovedenti di usufruire correttamente del servizio. Ma "anche nel privato delle proprie abitazioni la mancanza di accorgimenti tecnici, assolutamente di facile realizzazione, non permette l'uso degli elettrodomestici se non a persone prive di qualsivoglia deficit visivo". Insomma, una debacle su molteplici fronti è quella che l'Unione registra sul fronte dell'accessibilità delle persone con deficit della vista. E questi sono solo alcuni tra i più eclatanti esempi "di ciò a cui porta l'introduzione della tecnologia senza alcuna attenzione alle diverse necessità".

Intanto, il 12 dicembre a Roma discuteranno del tema Cristina Mussinelli, responsabile progetto Lia sul libro accessibile, Simonetta Pizzuti rappresentante dell'Osservatorio siti internet (Osi), Daniela Floriduz docente e componente Commissione istruzione, Barbara Leporini ricercatrice e presidente Consiglio regionale Uici Toscana e Flavia Cristiano responsabile del Centro italiano per il Libro del Mibac. La conferenza sarà trasmessa in diretta audio sul sito http://www.uiciechi.it/radio/radio.asp. (ep)

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