Roma, 10 dicembre 2012.

Il mondo ricorda la Giornata internazionale dei diritti umani, in occasionedella Dichiarazione universale dei diritti umani, approvata dall'Onu il 10 dicembre 1948.Tra gli innumerevoli casi in cui i diritti fondamentali sono violati, vogliamo parlare del popolosahrawi. La sua patria, il Sahara Occidentale, è parzialmente occupata dal 1975 dal Marocco, ilquale impedisce la tenuta del referendum di autodeterminazione sancito da tutte le istanze dell'Onu.

Nel momento in cui si passano in rassegna le violazione dei diritti umani nel mondo, ne ricordiamouna in particolare. I due Patti internazionali relativi ai diritti umani, che nel 1966 hanno riaffermatocon norme vincolanti i principi della Dichiarazione universale, hanno un articolo in comune, ilprimo: "Tutti i popoli hanno il diritto all'autodeterminazione". Il primo diritto negato ai sahrawi èproprio l'autodeterminazione.Da questa prima violazione, il mancato referendum di autodeterminazione previsto dal Piano dipace dell'Onu del 1991, discendono tutte le altre.

Una parte dei sahrawi è costretta all'esilio. NeiTerritori Occupati i sahrawi chiedono di decidere liberamente il proprio futuro. Lo fanno in formepacifiche, diffuse in tutti i centri, praticamente tutti i giorni. E ogni giorno la repressione si abbatte:manifestazioni pacifiche disperse con inaudita violenza, arresti arbitrari, pestaggi e torture neicommissariati e nelle prigioni e, quando ci sono, processi senza garanzie per la difesa. Qualsiasivoce di dissenso viene fatta tacere.

I sahrawi non hanno diritto di costituire organizzazioni per ladifesa dei loro diritti; sono tutte fuori legge.L'Unione Europea sta a guardare, anzi si gira dall'altra parte. Si accinge infatti a negoziare colMarocco un nuovo trattato di pesca che, come i precedenti, comprende le acque territoriali delSahara Occupato, in piena violazione del diritto internazionale e dei diritti umani poiché le risorsenaturali di un paese, anche sotto occupazione, appartengono al suo popolo.

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