Il 5 Dicembre è la giornata internazionale dei volontari, un'occasione per riflettere su un fenomeno che è sempre più rilevante nella società italiana caratterizzata da un forte impegno sociale e da una fiducia crescente della popolazione nei confronti delle organizzazioni di volontariato. Quali numeri ha il volontariato in Italia? E quali tendenze caratterizza questo fenomeno? I dati dell'ultima Indagine "Aspetti Vita Quotidiana" dell'Istat mostrano alcune conferme e alcune novità.
1. Numero di volontari e trend generale. Tasso di volontariato stabile al 10,0%
Nel 2011 il 10,0% della popolazione italiana con 14 anni o più ha svolto attività gratuita in organizzazioni di volontariato. Si tratta, in termini assoluti, di circa 5.227.000 persone.
Il dato riferito all'anno 2011 conferma il dato riferito all'anno 2010 e consolida il lento ma costante trend di crescita di cittadini impegnati in organizzazioni di volontariato che nel 2001 erano l'8,4% della popolazione italiana con 14 anni.
2. Volontariato e generazioni. Cresce la propensione al volontariato dei giovani
Il picco massimo di impegno si osserva tra i giovani di 18 e 19 anni che nel 2011 hanno svolto attività gratuita in organizzazioni di volontariato nel 14,0% dei casi; mentre il picco minimo è tra gli anziani con 75 anni e più che si impegnano nel 3,7% dei casi. Rispetto al 2010, nel 2011 i giovani con meno di 25 anni hanno aumentato la propria propensione allo svolgimento di attività gratuita in un'organizzazione di volontariato. Al contrario, rispetto al 2010 sono diminuiti nel 2011 i tassi di volontariato di coloro che hanno più di 64 anni.
3. Volontariato e genere. Un ulteriore piccolo passo verso la parità
Nel 2011 i maschi hanno svolto attività gratuita in organizzazioni di volontariato in misura di poco superiore alle femmine (10,4% vs. 9,6%). Il dato è simile al 2010 quando i maschi mostravano un tasso di volontariato del 10,5% e le femmine del 9,5%. Si nota dunque un minimo spostamento verso la parità della propensione al volontariato tra i generi.
4. Volontariato e territorio italiano. Il Nord rafforza la propensione all'impegno solidale
Nel 2011 il Nord-Est e il Nord-Ovest sono le aree territoriali in cui si osservano i più alti tassi di volontariato (14,6% nel primo caso; 12,6% nel secondo caso), mentre le Isole e il Sud sono le aree dove i tassi di volontariato sono più bassi (rispettivamente 6,5% e 6,3%). L'Italia si conferma dunque un paese dove le differenze tra Nord e Sud si fanno sentire anche nel volontariato: al Nord fanno volontariato il doppio delle persone del Sud.
Rispetto al 2010 il tasso di volontariato arretra nel Centro-Italia (-1,2%) e nelle Isole (-0,4%), mentre cresce in tutte le altre aree del Paese
Tra le regioni, il Trentino Alto-Adige si conferma al primo posto per tasso di volontariato: qui nel 2011 il 22,5% ha svolto attività gratuita in una organizzazione di volontariato. Maglia nera invece per il Molise con il 5,3%.
5. Volontariato e capitale culturale. Più laureati, più volontariato
Il tasso di volontariato è superiore, in tutte le fasce di età, tra coloro che possiedono una laurea. Tra i laureati, coloro che nel 2011 hanno svolto attività gratuita in un'organizzazione di volontariato sono il 17,1%, mentre sono solo il 4,5% tra coloro che hanno la licenza elementare. Di rilievo il dato riguardante la propensione al volontariato delle donne laureate con meno di 25 anni: tra queste il tasso di volontariato è stato nel 2011 del 22,9%. Complessivamente, in tutte le fasce di età, il tasso di volontariato cresce sempre al crescere del titolo di studio posseduto. In presenza di una dinamica così chiara, si avanza l'ipotesi che una politica per l'istruzione costituisca un impulso efficace per far crescere il numero dei volontari. Rispetto al 2010, si approfondisce la distanza nella propensione al volontariato tra laureati e diplomati.
6. Volontariato e condizione occupazionale. Studenti e dirigenti ai primi posti
Il tasso di volontariato nel 2011 è massimo tra gli studenti (14,6%) e tra coloro che si collocano nei segmenti più alti dello status occupazionale (tra Dirigenti, Imprenditori, Liberi Professionisti il tasso di volontariato è il 16,3%). E' invece minimo tra le casalinghe e tra coloro che sono in cerca di prima occupazione (in entrambi i casi il 6,6%).
Il volontariato resta comunque ancora in buona parte un fenomeno da scoprire. Con il progetto "Misurazione del valore economico e sociale del volontariato", Istat, CSVnet e Fondazione Volontariato e Partecipazione svilupperanno una conoscenza più approfondita del volontariato. Al termine dell'Indagine Aspetti Vita Quotidiana 2013 -che comprenderà per la prima volta uno specifico Modulo sul volontariato, secondo lo standard internazionale dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro- sarà possibile ampliare la conoscenza sulle motivazioni di chi fa volontariato, sulle ricadute personali del fare volontariato, sulla frequenza dell'impegno dei volontari, sulle attività specificamente svolte e da quanto tempo vengono svolte. L'indagine del 2013 permetterà inoltre di quantificare il numero dei volontari e il valore del volontariato se considerato in termini economici.
Nota a cura di Riccardo Guidi, direttore della Fondazione Volontariato e Partecipazione.