Intervista a Roberto Cavallo, dietologo della pattumiera e autore del libro e dello spettacolo di teatro "Meno 100 chili", presto anche film-documentario.

Roberto Cavallo, classe 1970, laurea in Agraria ma dietologo della pattumiera, è l'autore e il protagonista dello spettacolo teatrale "Meno 100 chili" in cui racconta come e perché si deve ridurre la quantità di rifiuti che produciamo a casa e al lavoro. Dallo spettacolo è nato un libro (edizioni Ambiente) e, siccome non bastava, c'è scappato anche il film - in uscita a febbraio - dedicato ai rifiuti e alla maniera di disfarsene facendo un'altra economia e raccontando una storia che nessuno racconta, quella di un rifiuto che torna a vivere, anche per ragioni sociali!

Di seguito, un estratto dell'intervista rilasciata da Roberto per Con Stile, la nostra campagna milanese sugli stili di vita e su come cambiarli in meglio.

Se la pattumiera potesse parlare cosa direbbe?

Innanzitutto direbbe "mi sento in sovrappeso", la seconda cosa che direbbe è "devo aver digerito male perché ho le analisi sballate, qui dentro ho un sacco di roba che starebbe meglio in altre pattumiere", ovvero sarebbe meglio differenziare, separare, raffinare. E continuerebbe dicendo: "Quando mi hai portato a casa ero solo plastica o vetro o altro, adesso coabito con la buccia di banana... senza ragione". Una pattumiera che - diciamo - potrebbe essere affetta dalla "sindrome del maiale", ovvero con la paura di una brutta fine certa: o la discarica o l'inceneritore. Disturbo perfettamente evitabile con l'adozione, ad esempio, di un semplice contenitore per ognuna della parti del maiale... ops, della pattumiera. Alla nostra spazzatura dovremmo dare una speranza di vita migliore...

"Meno 100 chili", il tuo libro sulla pattumiera dedicato al nonno Remigio, è nato come spettacolo di teatro civile alla Marco Paolini. Non è che ci stai dicendo che la comunicazione convenzionale sulla raccolta differenziata non funziona?

Sto dicendo che la comunicazione sui rifiuti e sulle raccolte deve tornare ad essere comunicazione e non solo informazione. Certo, l'informazione è fondamentale ma se scatto una fotografia degli ultimi trent'anni vedo che si è trascurata tutta l'area di sensibilizzazione, quella di pancia, le corde emotive che mi fanno capire che il gesto che sto facendo ha un valore per me e per il mondo globalizzato, perché le cose che consumo e che alla fine butto vengono anche da un'altra civiltà, che neanche conosco e a cui sottraggo delle risorse.?

Le ragioni per fare bene la raccolta differenziata non sono legate al solo ambientalismo, ma anche ai valori della convivenza tra popoli che lottano per l'accesso alle risorse. Sprecarle oggi non è più possibile. Il nostro è quindi un gesto economico, di democrazia... Che va comunicato. Anche attraverso un libro, uno spettacolo, o un film (a febbraio - dice Roberto in anteprima - "Meno 100 chili" diventerà una docu-fiction).

Sei passato da assessore all'Ambiente del Comune di Alba ad Erica, cooperativa che si occupa di comunicazione ambientale per le pubbliche amministrazioni. Un uomo della green economy?

(?) Credo che l'economia prima di essere green debba essere social. Quando ho iniziato a immaginarmi un progetto imprenditoriale l'ho pensato in forma cooperativa non a caso. A Erica, la coop che ho fondato e che si occupa di comunicazione ambientale, lavorano 25 persone più un'altra quarantina circa, che ha trovato lavoro nell'indotto. Attorno all'ambiente abbiamo creato un modello di economia diversa, light, perché vendiamo consulenza e servizi, quindi prodotti dematerializzati, per loro natura a basso impatto.

È un modello di economia che non poteva non contagiare anche le nostre scelte aziendali. Ad esempio, quando ci siamo confrontati sul tema della redistribuzione del reddito, abbiamo deciso che il rapporto di salario tra un top manager e l'ultimo arrivato in cooperativa non sia mai superiore di due a uno. È una regola nostra, che crediamo porti al successo attraverso la sostenibilità.

Siamo anche un'azienda che si dichiara "zero rifiuti". Con una delibera del consiglio di amministrazione abbiamo fatto di questa decisione una scelta organizzativa che incide sul comportamento di tutti all'interno: oggi abbiamo una compostiera aziendale, usiamo solo asciugamani lavabili, tutte le stampanti sono settate per la stampa fronte retro, non usiamo più cd o dvd ma solo ftp e chiavette usb riutilizzabili. Abbiamo chiuso anche con le biro usa e getta; usiamo solo matite, mine, penne stilografiche. Siamo un po' invasati... ma abbiamo preso questa decisione un anno fa e fra un mese non vediamo l'ora di pubblicare i risultati che abbiamo ottenuto. Incredibili!

Qualche consiglio da esperto di "rumenta"?

(?) Quando fate la spesa e la portate a casa, vi suggerisco di tirar fuori tutto quello che già avete all'interno, stipare la nuova spesa in fondo e solo a questo punto introdurre di nuovo quello che già era in frigor. Eviterete così di consumare subito i nuovi alimenti, lasciando ammuffire i più vecchi. Non avete idea di quanti cibi fanno questa brutta fine!

Grazie Roberto!

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