Tante le istanze fra le polemiche: probabile finisca con una fumata grigia.

Anna Masera

E' la prima sulle normative che regolano il funzionamento di Internet. In gioco le velleità di controllo versus la libertà di espressione.

La " World Conference on International Telecommunications" ( Wcit) si è aperta oggi a  Dubai e proseguirà fino al 14 dicembre: è una mega-conferenza organizzata dall' Itu ("International Telecommunication Union"), l'agenzia Onu specializzata sulle telecomunicazioni: fondata nel 1865, inizialmente con il nome di "International Telegraph Union", dal 1947 è una delle agenzie specializzate delle Nazioni Unite con sede a Ginevra. L'evento in corso è uno dei primi di richiamo mondiale sulle normative riguardanti le telecomunicazioni dal 1988.  

Da un punto di vista teorico, l'appuntamento si preannuncia della massima importanza, con schieramenti ben decisi a far valere le proprie posizioni. Da una parte vi sono gli Stati Uniti che tramite l' Icann (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) controllano attualmente le regole del gioco, nello specifico l'assegnazione degli indirizzi sul Web e la gestione del traffico. L' Icann, che è una partnership pubblica-privata, risponde al dipartimento del Commercio americano e quindi Washington ha pochi interessi a modificare lo status quo. Dall'altra parte della barriera vi sono le nazioni del blocco orientale, con in testa Russia e Cina che per erodere il potere degli Usa auspicano un trasferimento di poteri a favore della medesima Itu. Secondo alcuni commentatori, queste potenze sono favorevoli a un maggior controllo sul contenuto della Rete e guardano a un modello di Internet maggiormente ritagliato sui confini nazionali in nome della cybersicurezza. Inoltre auspicano, da quanto emerge soprattutto dalla bozza presentata dalla delegazione russa, che si stabilisca il principio in base al quale «tutti gli stati membri devono avere uguali diritti nell'allocazione internazionale degli indirizzi di Internet e nell'identificazioni delle risorse». In mezzo allo scontro fra stati, vi è la lobby degli operatori europei di telecomunicazioni che chiede di far pagare ai fornitori di servizi web, come Google, Facebook, Twitter e via dicendo, il traffico che generano sulle reti di loro proprietà.  

Da un punto di vista pratico, tuttavia, la conferenza difficilmente porterà a risultati significativi. Organizzata su modello delle Nazioni Unite, la Itu prevede che l'adozione delle nuove misure avvenga tramite approvazione all'unanimità, il che significa che basta un voto contrario sui circa 200 paesi che prenderanno parte ai lavori per far naufragare ogni nuova proposta. Poiché diversi aspetti in discussione in termini di vigilanza, soprattutto per quanto riguarda le cosiddette International Telecommunications Regulations (o Itr), richiedono in caso di modifica variazioni a livello di trattati internazionale che dovrebbero poi essere recepite dai singoli paesi mediante voti del parlamento, ogni eventuale cambiamento non potrà avere effetto immediato ma solo in futuro molto lontano.  

I "regolatori" delle telecomunicazioni dei governi di 193 paesi si sono ritrovati nell'emirato arabo per rivedere il vasto trattato sulle comunicazioni. L'Unione internazionale delle telecomunicazioni ha chiesto di agire per garantire investimenti in infrastrutture, per aiutare più gente ad avere accesso a Internet. "Internet rimane largamente un privilegio del mondo ricco", ha affermato Hamadoun Touré, segretario generale dell' Itu (Onu), prima dell'evento. "L' Itu vuole cambiare questa cosa", ha aggiunto. Ma c'è chi teme che il Web possa essere danneggiato da questa conferenza. E' stata per prima Google a farsi portavoce delle proteste contro quanto avanzato da alcuni stati membri dell' Itu, che proponevano di permettere la censura su alcuni tipi di contenuto. Secondo Google - scrive la Bbc - l'incontro minaccia la "rete aperta", mentre l'Unione europea si è chiesta perchè "sistemare" il sistema attuale se funziona.  Ma Touré ha dichiarato ai giornalisti che "la libertà su Internet non verrà limitata nè posta sotto controllo e le notizie in questo senso sono ''completamente infondate'':  ''Trovo che sia un modo veramente scadente di attaccare questa conferenza. 'Nulla può fermare la libertà di espressione oggi e nulla lo farà in questa conferenza. Io non ho mai menzionato alcuna ipotesi di controllo su Internet''.

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