n vista della Giornata Mondiale contro l'AIDS, che ricorre il 1° dicembre, il CCM sottolinea l'importanza di un'azione immediata, efficace e congiunta, che veda in sinergia gli operatori sanitari, le organizzazioni impegnate nell'ambito del diritto alla salute, i Governi e gli Organismi internazionali.

Il Comitato Collaborazione Medica sposa e diffonde l'allarme lanciato dall'Osservatorio AIDS sull'urgenza di rendere concrete le promesse fatte in merito al finanziamento del Fondo Globale AIDS.

FONDO GLOBALE AIDS: TANTE BELLE PAROLE MA ZERO FATTI DAL GOVERNO MONTI

L'Osservatorio AIDS lancia l'allarme in occasione della Giornata Mondiale contro l'AIDS

Roma, 30 novembre. "L'Italia intende continuare a contribuire al Fondo Globale e certamente non si ritirerà da esso". Questa è la rassicurazione che diede il Presidente del Consiglio Monti lo scorso ottobre, in occasione del Forum sulla Cooperazione Internazionale. Il Ministro Riccardi rincarò la dose affermando nella stessa occasione: "il nostro Paese si riallineerà gradualmente ad alcuni impegni presi, come ad esempio quelli con il Fondo Globale". In occasione della Giornata Mondiale contro l'AIDS, che ricorre il 1° dicembre, l'Osservatorio Italiano sull'Azione Globale contro l'Aids, rete di 16 ONG impegnate nella lotta contro la pandemia nei Paesi del Sud del mondo lancia l'allarme: "Tali dichiarazioni rimangono al momento mere enunciazioni, in quanto nessuna delle Amministrazioni competenti (Ministeri dell'Economia e Finanze, della Cooperazione e Integrazione, degli Affari Esteri e la Presidenza del Consiglio stessa) si è assunta ad oggi la responsabilità di dare loro sostanza" sostiene Stefania Burbo dell'Osservatorio, "Il disegno di legge di stabilità 2013, inoltre, non contiene alcun riferimento al Fondo Globale, sebbene preveda il rifinanziamento di vari Fondi Multilaterali di Sviluppo". Il Fondo Globale, insomma, appare sempre di più un figlio negletto di questo esecutivo.

L'Italia ha svolto un ruolo di primo piano nella creazione del Fondo nel 2001 e ha detenuto per molti anni un seggio unico in seno al suo Consiglio di Amministrazione, in virtù dell'elevato sostegno finanziario erogato a suo favore. Successivamente, è iniziata la parabola discendente: il nostro Paese deve ancora versare i contributi promessi per il 2009 e il 2010, pari a 260 milioni di euro e siede ora nel seggio della Commissione europea, che accoglie donatori minori.

Considerando che i due terzi del contributo italiano alla lotta contro l'HIV/AIDS erano erogati attraverso il Fondo Globale, l'impegno dell'Italia per contrastare la pandemia nei Paesi in via di sviluppo si è ora praticamente azzerato.

Eppure, la comunità internazionale ha fortemente bisogno del sostegno dell'Italia. Secondo il rapporto di Unaids - il Programma delle Nazioni Unite di lotta contro l'Aids - uscito pochi giorni fa, i progressi nella lotta contro la pandemia sono significativi e continui, con un tasso di nuove infezioni in calo del 50% in Paesi a basso e medio reddito tra il 2001 e il 2011. Restano però gravi zone d'ombra: si stima che 6,8 milioni di persone che avrebbero diritto alla terapia salvavita non ne abbiano accesso e che dei 34 milioni di persone sieropositive esistenti circa la metà non conoscano il proprio stato. Inoltre, in Europa orientale, Asia centrale, Medio oriente e Africa del Nord, i dati relativi alla prevalenza dell'Hiv, alle nuove infezioni e ai decessi sono in aumento.

Aderiscono all'Osservatorio Italiano sull'Azione Globale contro l'AIDS le seguenti ONG:

ACRA, ActionAid, AIDOS, AMREF, CCM, CeLIM, CESTAS, CESVI, COOPI, COSPE, COSV, Intervita, ISCOS, Medici con l'Africa CUAMM, Medicus Mundi, World Friends.

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