Dallo scorso 18 novembre la solidarietà nella zone colpite dal terremoto dell'Emilia Romagna arriva anche dalla Bosnia Erzegovina. Infatti sei volontari bosniaci, Senad D?aferovic, Samir Samard?ic, Jasmin ?i?ic, Alen D?aferovic, Suad Sjenar e Izudin Cavkic, accompagnati dalla traduttrice Lidija Stevanovic, si trovano al centro di coordinamento Caritas a Mirandola (Modena) e si sono messi a disposizione per una decina di giorni per dare una mano alle comunità colpite dai terremoti dello scorso maggio.
 
«Durante e dopo la guerra degli anni Novanta in Bosnia Erzegovina siamo stati tutti beneficiari degli aiuti che il popolo italiano, la Chiesa italiana e la Caritas hanno inviato nel nostro paese: cibo, vestiario, scarpe, attrezzi agricoli, serre. Grazie a voi abbiamo potuto rialzarci, e così oggi in questo modo vogliamo sdebitarci per quanto abbiamo ricevuto, aiutando le famiglie italiane che in questo momento si trovano in maggiore difficoltà», hanno dichiarato i sei volontari.
 
Nel momento in cui hanno avuto l'idea di mettersi a disposizione come volontari per il terremoto in Emilia, i volontari bosniaci hanno contattato il direttore della locale Scuola Cattolica, don Slavo Grgic, il quale si è poi rivolto alla rete Caritas in Bosnia Erzegovina e in Italia: Caritas Italiana, Caritas Bosnia Erzegovina, la Caritas diocesana di Banja Luka, e le Caritas in Emilia. Tutti insieme sono riusciti a organizzare questo viaggio e a consentire a questi volontari di realizzare il proprio obiettivo.
Negli ultimi giorni in particolare hanno lavorando in due gruppi: alcuni presso il magazzino di Finale Emilia, altri al santuario di Santa Maria degli Angeli a Obici, presso i frati di Saint-Jean. «Siamo molto contenti di essere qui e di poter essere utili, facciamo quello che possiamo e se possibile vorremmo aiutare ancora di più le famiglie e le comunità colpite».
 
A rendere ancora più "speciale" questa storia di solidarietà è la dimensione interreligiosa: il gruppo bosniaco è composto da persone di religione musulmana e ortodossa, e si sono rivolti ed operano tramite le comunità cattoliche della Bosnia Erzegovina e dell'Italia. Per questo motivo, il gruppo porta con sé anche un messaggio di dialogo interreligioso e di tolleranza: pur essendo persone di fedi diverse, tutti si trovano accomunati, in Italia e in Bosnia  Erzegovina, dai valori comuni del servizio a chi è in difficoltà, della solidarietà, dell'impegno in prima persona.

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