di Nicola Migliore
Il progetto "EduCulture" intende divertire i più giovani al cospetto dell'arte, superando la diffidenza che molti ragazzi dimostrano. Musica, spettacolo e interazione, sono le chiavi di Volta per conquistare questo tipo di pubblico davvero esigente?
Avvicinare i ragazzi all'immenso e meraviglioso patrimonio culturale italiano, secondo modalità di fruizione nuove e originali. Si potrebbe sintetizzare così l'obiettivo ambizioso, ma estremamente nobile, del progetto "EduCulture", organizzato dalla Società Cooperative Culture "CoopCulture". Ogni anno, infatti, la cooperativa, una delle più grandi e attive in Italia nel settore dei beni e delle attività culturali, propone un ricco programma didattico rivolto alle scuole, caratterizzato da laboratori, visite guidate, spettacoli e gite di pochi giorni.
Il tema del nuovo programma preparato per l'anno scolastico 2012 - 2013 è chiaro fin dal titolo: "L'arte che fa crescere e diverte". Sì, perché l'obiettivo principale che si propone la cooperativa attraverso questo progetto è di cancellare l'idea dell'uscita noiosa al museo, in cui i ragazzi sono costretti a seguire la guida e le sue chiacchiere attraverso le sale della struttura che visitano.
Senza dubbio, questo è il modo peggiore per insegnare ai più giovani ad apprezzare tutte quelle meraviglie culturali a pochi passi da casa nostra? La visita in un museo o in una qualsiasi altra struttura deve essere un coinvolgimento totale, un momento di svago e di apprendimento che deve stimolare la crescita e la curiosità del singolo individuo, e non scatenare momenti di distrazione e di sbadigli.
Uno degli approcci più originali adottati dalla cooperativa è quello dell'interculturalità, da intendere come un processo di mediazione dinamico basato sullo scambio di esperienze e di mondi culturali. È opinione comune, infatti, che uno degli elementi che contribuiscono maggiormente alla crescita delle persone e della società nel suo complesso sia da ricercare nell'incontro tra culture differenti, tra stili e modi di pensare anche opposti, pur sempre mantenendosi nel rispetto reciproco. A questo proposito, nell'ambito del programma didattico di quest'anno, la cooperativa ha puntato su una serie di attività tematiche e laboratoriali che hanno a che vedere con il mondo ebraico ed islamico.
In particolare, sono stati preparati diversi percorsi didattici: "La porta del cielo", un itinerario attraverso le radici storiche della Comunità Ebraica che comprende visite alle sinagoghe di Alessandria, Casale Monferrato, Cherasco e Saluzzo; "Antico Ghetto di Venezia", un insieme di itinerari e laboratori tra il Museo ebraico, il Ghetto e la Sinagoga di Venezia, per riscoprire un angolo della città ricco di storia, arte e architettura e conoscere da vicino gli elementi caratterizzanti di questa religione; "Le testimonianze della cultura ebraica a Firenze e Siena", un percorso che tocca il Museo ebraico, la Sinagoga e la Moschea di Firenze e la Sinagoga di Siena, per scoprire i parallelismi tra mondo ebraico e mondo islamico.
Oltre a questo interessante progetto, la cooperativa ha sviluppato anche un programma di e-learning chiamato "E.ducon" e rivolto agli studenti della provincia di Roma: si tratta di un insieme di laboratori aventi come tema principale una serie di questioni di grande interesse per la fase storica che stiamo attraversando, quella della crisi economica internazionale, che impone un ripensamento del nostro modo di vivere quotidiano. Le attività proposte spaziano nel campo dell'ambiente, salute, alimentazione, risparmio energetico, spese e consumo critico.
Nulla è lasciato al caso in questo programma e per confermare la validità di questi progetti, la cooperativa ha organizzato (e continuerà a farlo anche in primavera a Roma), a proprie spese, la presentazione delle mostre e delle attività previste dal piano didattico agli insegnanti: una sorta di dimostrazione delle visite guidate mostrata ai docenti, con l'aggiunta di qualche extra interessante. Al Palazzo Reale di Napoli, ad esempio, la visita agli splendidi ambienti reali si chiude con la messa in scena di alcuni Tableaux Vivants rappresentati dal gruppo napoletano Teatri35, nella fattispecie Gaetano Coccia, Francesco De Santis e Antonella Parrella.
Accompagnati dalle musiche di Bach, Mozart e altri compositori classici, i tre giovani rappresentano alcune delle opere più belle di artisti del '500 e '600, tra cui Jacopo Bassano, Luca Giordano, Andrea Vaccaro e Artemisia Gentileschi.
Un'esperienza unica, emozionante, che commuove e desta meraviglia, non solo perché i tre ragazzi riescono a cambiarsi d'abito davanti agli occhi del pubblico in pochissimo tempo, grazie al tappeto di tessuti e oggetti che hanno sul pavimento, ma anche perché la riproduzione umana dei dipinti raggiunge un grado di somiglianza prossimo al vero, soprattutto per effetto di un'ambientazione "caravaggesca" molto oscura che vede la presenza di un unico punto di luce forte sulla scena. Per chi conosce quei dipinti è un tuffo al cuore, per i ragazzi che li scoprono per la prima volta un modo originale e alternativo di rimanere incantati e affascinati dall'arte, che mai come in questo caso prende vita davanti ai nostri occhi.