Tagli alla sanità.
di Mattia Schieppati
Le parole del presidente del Consiglio sull'insostenibilità del Sistema sanitario nazionale scatenano la polemica. Moccia: «Con i tagli, i cittadini stanno già affrontando un enorme peso».
«È gravissimo che il presidente Monti continui a considerare la sanità come un costo, e quindi considerare insostenibile il Sistema sanitario nazionale. I cittadini stanno già affrontando un enorme peso». Durissima la reazione di Cittadinanzattiva alle dichiarazioni di oggi del Presidente del Consiglio sulla "sostenibilità a rischio" del Sistema sanitario nazionale. «La sostenibilità futura dei sistemi sanitari nazionali, compreso il nostro di cui andiamo fieri», ha detto Monti «potrebbe non essere garantita se non si individueranno nuove modalità di finanziamento per servizi e prestazioni. La posta in palio è altissima». Due frasi che hanno scatenato un terremoto.
«Dopo 25 mld di euro di tagli al Servizio sanitario nazionale in 3 anni, l'azzeramento di tutti i fondi per le politiche sociali, il massiccio ricorso a sistemi di compartecipazione alla spesa come i ticket, e che rendono il servizio pubblico già non più concorrenziale rispetto alla sanità privata, l'aumento vertiginoso dell'Irpef nelle regioni sottoposte a piano di rientro, ci sembra al limite dell'assurdo ascoltare che il Sistema sia insostenibile. Ci chiediamo allora a cosa siano servite queste operazioni che hanno richiesto enormi sacrifici a cittadini e operatori sanitarii», contro-commenta, a stretto giro di posta, Francesca Moccia, vicesegretario nazionale di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato.
«Il governo non può non sapere che tutto quello che si taglia oggi diventa un costo di domani. E quindi è un taglio inutile, anzi controproducente. Diagnosi ritardate, inaccessibilità alle cure, impossibilità di fare prevenzione significa rimandare a domani problemi di salute che comunque a breve ci ripresenteranno il conto, e ancora più salato. Per questo diciamo, e ripetiamo, che quel che si spende in saluto non è un costo, ma un investimento». Il problema, secondo Moccia, è che la politica di tagli lineari messi in atto dal Governo in ambito sanitario e di welfare non segue una logica, una visione di lungo periodo, ma «si stanno mettendo delle pezze. Non si sta delibando una strategia di sostenibilità».
I dati pubblicati dall'associazione parlano chiaro. Oggi in Italia il SSN è una voce di spesa del Pil pari al 7,1%, ma produce, sempre in termini di PIL, circa il 12%. Possibile che questa semplice equazione non sia tenuta in considerazione ai "piani alti"?
«Il Governo dei tecnici sconta, in questo, il difetto di aver sempre preso decisioni troppo in solitudine, di aver sempre evitato il confronto», conclude Moccia. «Certo, da un lato questa linea era forse necessaria per proteggersi dalle lobby, ma quello che noi chiediamo è aprire finalmente un confronto alla pari con chi lavora da anni su questi temi, e su chi rappresenta la società civile, e ha un punto di vista molto competente sulle cose. Con chi sa che cosa vuol dire per una famiglia che ha un malato dover affrontare i viaggi della speranza, non trovare un farmaco ed essere costretti a cercarlo in un'altra Regione, o aver quotidianamente a che fare con liste d'attesa infinite che di fatto negano l'accesso alla salute pubblica. Ascoltare non costa nulla».