Famiglia e successioni.

Diventa legge il riconoscimento di quelli naturali.

Flavia Amabile

Non è stato facile, ma alla fine l'aula della Camera dei Deputati ha approvato il testo unico che cancella i figli di serie A e di serie B dalle leggi italiane. A questo punto i diritti dei figli naturali e quelli dei figli legittimi, ovvero nati all'interno del matrimonio, sono gli stessi.

Il disegno di legge è passato con 366 favorevoli, 31 contrari, 58 astenuti ed è stato approvato in terza lettura dall'aula di Montecitorio senza modifiche rispetto al precedente passaggio in Senato e nonostante la contrarietà dell'Udc condivisa anche da molti esponenti del Pdl sulla norma che estende la possibilità di riconoscere anche i figli nati da incesto. L'Udc aveva chiesto lo stralcio e il voto segreto.

La famiglia e, soprattutto, il legame di sangue, prendono il sopravvento rispetto agli interventi esterni che spesso, in caso di problemi, sradicano i minori dalla loro vita e li portano altrove. Il testo è il frutto di un lavoro trasversale che fonde le sei proposte di legge sul tema presentate da centrodestra e centrosinistra. È composto da sei articoli e modifica il codice civile per eliminare le distinzioni tra status di figlio legittimo e status di figlio naturale.  

Il vincolo di parentela sussisterà tra le persone che discendono da un medesimo stipite, indipendentemente dal fatto che ci si stia occupando di un figlio legittimo o naturale. In questo modo si crea un rapporto di parentela tra il figlio naturale e la famiglia del genitore. Quando si riconosce un bambino, quindi, gli effetti non ricadono soltanto sul genitore che esprime la sua volontà ma anche sui parenti del genitore stesso. È una novità di notevole importanza che privilegia il legame di sangue e fa sì che, ad esempio, in caso di morte dei genitori, i bambini potranno essere affidati ai nonni e non dati in adozione o affidati ad un istituto.  

Il figlio naturale ha il diritto ad essere mantenuto, educato, istruito e assistito moralmente dai genitori, nel rispetto delle sue capacità, delle sue inclinazioni naturali e delle sue aspirazioni; anche dal punto di vista ereditario ai figli naturali saranno assegnati pieni diritti.  

Il figlio nato fuori dal matrimonio potrà essere riconosciuto dalla madre e dal padre anche se erano uniti in matrimonio con una persona diversa all'epoca del concepimento. Si modifica quindi l'articolo 250 del codice civile.

Festeggiano le donne che hanno portato avanti insieme questa battaglia anche se militano in partiti molto diversi. «Abbiamo approvato norme moderne che cancellano, una volta per tutte - ha dichiarato il capogruppo del Pd nella Commissione Giustizia Donatella Ferranti - quella distinzione anacronistica tra figli nati all'interno del matrimonio e figli nati in coppie non sposate».

«Spero che sia solo il primo di una lunga serie di provvedimenti coraggiosi, capaci di eliminare le profonde discriminazioni che esistono ancora nel nostro Paese», afferma la portavoce di Fli, Giulia Bongiorno. «Una legge di civiltà», è d'accordo anche Rosi Bindi del Pd. Si allinea Carolina Lussana della Lega Nord: «Viene finalmente data la priorità alla dignità della persona».

Ma non tutti sono d'accordo, nelle dichiarazioni riecheggiano i dissensi che hanno contrassegnato il lungo iter. «Si sdogana l'incesto - avverte Paola Binetti dell'Udc -. Il vero paradosso è che questa legge nata per riconoscere ai figli naturali il diritto ad una famiglia, ha distolto la sua attenzione mettendo in primo piano la drammatica patologia di una famiglia colpita da uno dei crimini più gravi che si conoscano: l'incesto». Parla di «sacralizzazione dell'incesto» anche l'esponente del Pdl Alfredo Mantovano, che ha commentato l'approvazione da parte della Camera come «l'ossequio a quell'ideologia sessantottina che continua a fare danni».

(Articolo tratto dall'edizione cartacea de La Stampa del 28 novembre 2012)

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