MILANO (Reuters) - Entrata nella seconda grave recessione degli ultimi tre anni, l'economia italiana dovrebbe essere in grado di risollevarsi da ormai un decennio di stagnazione grazie alle incisive misure studiate dal governo per far fronte al duplice problema di bassa crescita ed elevato debito pubblico.

I provvedimenti dell'esecutivo di Mario Monti restano però da applicare fino in fondo e con coerenza, mentre una delle incognite principali è l'impegno nel campo del consolidamento di bilancio e delle riforme da parte della classe politica che prenderà le redini del Paese dopo le elezioni di primavera.

Questo in estrema sintesi il giudizio dell'ultimo rapporto semestrale Ocse, i cui numeri puntuali parlano comunque di una congiuntura che ancora langue con evidenti ricadute su occupazione, salari e costo della vita.

Per passare ai numeri dell'Economic Outlook, del prodotto interno lordo viene stimata una contrazione di 2,2% quest'anno e 1,0% il prossimo, seguita da un modesto +0,6% nel 2014.

Limitandosi al 2012, il confronto va al -2,4% prospettato dalla stessa organizzazione parigina con l'interim assessment del 6 settembre scorso, peraltro identico alla previsione ufficiale del governo.

"La politica di riforme strutturali per favorire la crescita e aggiustamento dei conti pubblici è ben avviata, in un orizzonte di breve termine l'economia continuerà però a contrarsi a riflesso delle misure di austerità, un fragile clima di fiducia e condizioni creditizie restrittive" è l'incipit del capitoletto Ocse dedicato all'Italia.

Alla luce di attese sulla crescita inferiori a quelle del governo - che nel Def di fine settembre ipotizza -0,2% per il 2013 e +1,1% per il 2014 - dal 3,8% dell'anno scorso il deficit viene proiettato a 3,0% del Pil - il limite massimo accettato in sede europea - quest'anno, a 2,9% il prossimo e a 3,4% nel 2014.

"Se la nostra stima si dovesse concretizzare sarebbe necessaria un'ulteriore manovra correttiva sul 2014" scrive il rapporto.

Parallelo il percorso previsto per il debito pubblico: 127,8% del Pil nel 2012, 130,4% nel 2013 e 132,2% nel 2014.

"Le riforme approvate dal parlamento negli ultimi dodici mesi sono di portata eccezionale, per raggiungere risultati vanno però applicate pienamente e con coerenza" continua il giudizio Ocse.

Decisamente poco incoraggianti le prospettive occupazionali: pari a 8,4% l'anno scorso, il tasso medio dovrebbe salire a 10,6% quest'anno, 11,4% il prossimo e 11,8% nel 2014.

"Il protrarsi della debolezza economica farà innalzare il tasso di disoccupazione per il 2014 in prossimità del 12%. Questo rallenterà la crescita dei redditi e dell'inflazione al consumo" prosegue il documento, che per il costo della vita indica una media di 3,2% quest'anno, 1,9% nel 2013 e 0,9% nel 2014.

Un ultimo riferimento alle prospettive del dopo voto.

"Una delle principali fonti di incertezza riguarda l'impegno del governo che uscirà dalle elezioni di primavera, l'impegno a mentenere il percorso di consolidamento del bilancio e riforme strutturali favorevoli alla crescita il cui abbandono danneggerebbe l'economia e la fiducia del mercato" avverte lo studio.

"Un altro rischio è che i conti pubblici 2012 migliorino meno del previsto nonostante le misure correttive varate nella seconda parte dell'anno. Un acuirsi della pressione finanziaria e un rapido 'deleveraging' da parte delle banche potrebbe inoltre accentuare la stretta sul credito con il risultato di indebolire ulteriormente l'economia" conclude Ocse.

(Alessia Pé)

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