La citta' degli animali.
«Promuoviamo l'accettazione delle diversità»
MILANO - Un anziano pappagallo, Luna, i ragazzi disabili dell'«associazione Stefania» di Lissone e i bambini che lì frequentano la terza elementare alle scuole Rodari (3A e 3B) e Moro (3D) sono i protagonisti di un laboratorio unico nel suo genere nato con l'obiettivo di «promuovere l'accettazione delle diversità». La teoria qui si esaurisce in uno slogan, perché il resto è tutta pratica: «Il nostro slogan? Dimostrare che le persone nonostante le differenze hanno da mettere in gioco abilità e capacità», sintetizza per tutti Nadia Ghibaudo che, assistita dai ragazzi del centro - loro preparano il materiale didattico, l'«albero» con frutta e verdura per Luna ecc. -, viaggia accompagnata da un assistente inusuale.
IL PAPPAGALLO - Luna, infatti, è uno dei tanti pappagalli maltrattati e abbandonati che ha recuperato e, poi, riabilitato, negli anni con la sua associazione Airas. L'amazzone ha un'età stimata di 40 anni e un'intelligenza di un bambino di 5. «Perché non fuggisse l'hanno tenuta con le piume legate due a due. È stata trovata in viale Padova, a Milano, in condizioni strazianti. Non ci vuole molto per immaginare la sua sofferenza». Il progetto di Lissone non a caso ha vinto un bando della Fondazione Cariplo con il sostegno del cissevi di Monza. Oggi si parla del «volo» dei pappagalli. Lezione di biologia ed etologia. E il volo dei pappagalli liberi fa a pugni con la storia di Luna, che se ne sta appollaiata sulla spalla di Nadia. «Come si può pensare di cucire le penne di un pappagallo per impedirgli di volare? È crudele», dicono i bambini.
I BAMBINI - Le maestre Roberta e Luisella mostrano i temi dei loro alunni con orgoglio: il loro lavoro «sull'aspetto emozionale delle relazioni» continua anche dopo il laboratorio. Infine, è il momento della «copia dal vero» che fa saltare ogni residuo di pregiudizio. Tutti insieme, disabili e piccoli studenti, si mettono al lavoro. Tecnica libera. Nadia mostra loro una carrellata di lavori, ritratti dal vero di Luna. E la classe ammutolisce: il quadro di Mirko, un giovane dell' «associazione Stefania» costretto sulla carrozzella da una tetraparesi spastica, è un'opera d'arte. «L'ha dipinto con un dito», spiega loro Nadia.
Paolo D'Amico