Ad Ouagadougou, in Burkina Faso, l'associazione l'AJER-FS lotta per dare ai bambini e ragazzi di strada una vita dignitosa. Il Cisv supporta le loro iniziative, grazie anche ad un progetto che vuole restituire a queste persone un atto di nascita, e quindi un'identità.  

di Elisabetta Demartis
 
Siamo nella città di Ouagadougou, in Burkina Faso e, così come negli altri centri urbani del Paese e di tutto il continente africano, la strada è diventata l'unico ambiente di vita per un numero sempre crescente di bambini e giovani.

L'unione fa la forza

In strada si vive la marginalizzazione, il disprezzo, la violenza, le malattie, la dipendenza dalle droghe, ma allo stesso tempo la strada è anche il luogo dove si sviluppa solidarietà e amicizia tra i bambini.

Ed è proprio nelle strade di Ouagadougou  che un gruppo di ragazzi ha capito che per sopravvivere è meglio l'aiuto reciproco e la solidarietà, dando vita nel 2008 ad una associazione, l'AJER-FS.

L'organizzazione è composta esclusivamente da giovani e bambini che vivono o hanno vissuto in strada e la sua missione è di rappresentare gli stessi presso le istituzioni, le strutture umanitarie e la società ouagalaise, ma anche restituirsi una dignità organizzando gruppi di aiuto reciproco.

L'aiuto di Cisv

L'ong Cisv, dopo aver scoperto l'associazione grazie al film documentario "Bakroman", realizzato da Massimiliano e Gianluca De Serio, ha deciso di intraprendere un partenariato per gli anni 2012-2014, sostenendo e supportando le attività di  AJER-FS.

E proprio in questi mesi è in atto un progetto che ha come obbiettivo quello di far ottenere ai bambini delle strade di  Ouagadougou un atto di nascita, restituendo così a questi ragazzi un'identità e quindi maggiori tutele e diritti.

Poter votare alle elezioni e accedere ai concorsi pubblici, ma anche avere il diritto all'istruzione secondaria e poter accedere a determinate cure sanitarie. Questi sono solo alcuni dei diritti che ogni cittadini possiede, ma che sono negati a tutti quei bambini che vivono nelle strade e che hanno perso i genitori, perdendo anche un'identità.

Restituire un'identità

Responsabile dell'iniziativa è Elena, una ragazza che sta svolgendo in questo momento il servizio civile in Burkina Faso e sta collaborando con l'associazione ouagalaise per aiutare questi bambini.

"Ad oggi", ci racconta Elena, "sulle 63 richieste presentate, 25 bambini hanno ottenuto il loro atto di nascita". La situazione non è semplice, e le difficoltà incontrate sono di diverso genere.

Inconvenienti a livello logistico, come il ritardo del pullman che non si presenta all'orario concordato che fa slittare l'udienza in tribunale o l'assenza dei bambini che non si presentano all'appuntamento concordato per quel giorno.

Ma le complicanze maggiori si trovano a livello burocratico. "Qualche tribunale ha cambiato ciò che inizialmente era stato concordato", dice la volontaria Cisv, "rifiutandosi di registrare i bambini senza i genitori presenti". Così gli animatori, non solo si preoccupano di recuperare i bambini nei diversi siti, ma anche di prendere i contatti con un eventuale parente residente a Ouaga. "Delle volte il parente contattato", continua Elena, "non è disponibile a collaborare e a 'perder tempo per queste cose'".

Infine, a complicare la già difficile situazione, alcuni tribunali hanno manifestato chiaramente il loro rifiuto a procedere finché qualcuno non li paghi per questo surplus di lavoro che si trovano a fare.

"Siamo consapevoli che questo è solo l'inizio di un cammino molto lungo e difficile", conclude l'operatrice, "ma la possibilità di ottenere dei risultati concreti e la forza di volontà non manca assolutamente".

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