Di UISP - Unione Italiana Sport Per Tutti

Si chiama "Terzo Tempo", il nuovo progetto dell'Uisp che ha come target i ragazzi ristretti negli Istituti minorili di otto città italiane. Grazie al sostegno della Fondazione con il Sud e l'onlus Enel cuore, il progetto mira alla riqualificazione di spazi per la pratica motoria all'interno delle strutture detentive, avviando contestualmente un programma di attività non solo sportive, ma anche di formazione e di inserimento lavorativo.

"Terzo tempo" interviene in un ambito delicato e in difficoltà a causa della cronaca e - negli ultimi tempi accentuata - mancanza di risorse. Gli operatori lamentano una sempre maggiore carenza di spazi idonei ad una proposta ludico-motoria. Ora questa richiesta d'aiuto ha incontrato la disponibilità del Dipartimento giustizia minorile.

"Terzo tempo" si svilupperà nell'arco di un triennio: entro la prossima estate dovrebbero ultimarsi i lavori, mentre nei successivi due anni dovrebbero svolgersi le attività. Da nord a sud, gli istituti interessati sono il Pratello di Bologna; l'istituto di Pontremoli (Ms) e il Gozzini di Firenze; il Quartuccio di Cagliari; il Nisida di Napoli; il Paternostro di Catanzaro e in Sicilia il Malaspina a Palermo e il Bicocca a Catania.

L'obiettivo primario è quello di rendere questi spazi fruibili dalla popolazione detenuta, ma l'obiettivo ancora più ambizioso è quello di far si che questi spazi siano utilizzabili anche dai ragazzi del quartiere. Un modo per far vivere all'istituto penale un'esperienza di comunità, che l'ordinamento prevede ma che si scontra con tutta una serie di difficoltà operative, in primis infrastrutturali. Il carcere potrebbe diventare così una realtà integrata nel tessuto urbano e cittadino, non un luogo oscuro e sconosciuto. Prendiamo l'esempio del Malaspina di Palermo è dotato di una bellissima piscina e possiamo immaginare i benefici per i ragazzi che vivono nei quartieri limitrofi se potessero utilizzarla anche loro.

Destinatari dell'intervento sarebbero dunque non solo i ragazzi detenuti ma anche la comunità cittadina che abita a ridosso dell'istituto. Lo scopo concreto rimane tuttavia la riqualificazione a beneficio degli ospiti della struttura. In media, 20-25 ragazzi per ogni istituto.

Pesistica, arti marziali, nuoto, alcune delle attività che verranno proposte, ma è un pretesto per poi organizzare Vivicittà, incontri, dibattiti e attività relazionali e di partecipazione. Iniziative che l'Uisp svilupperà in sinergia con altre associazioni, tra le quali Antigone, nell'ottica di una strategia complessiva di miglioramento della qualità della vita e tutela dei diritti dei ragazzi detenuti.

"Terzo tempo" affonda le sue radici in progetti storici promossi dall'Uisp, come L'Ape in gioco, Ragazzi fuori, Sport contro la droga e Porte Aperte. Grazie a questi interventi l'Uisp ha consolidato il rapporto con il ministero della Giustizia - Dipartimento giustizia minorile. In Italia gli Istituti penali minorili ospitano circa 500 ragazzi. Il sistema della giustizia minorile del nostro paese è tra i più avanzati al mondo. Ma ora rischia grosso. Le associazioni guardano con molta preoccupazione alla possibile eliminazione dei tribunali minorili e del Dipartimento giustizia minorile così come previsto da un provvedimento allo studio del governo. Significherebbe eliminare l'unico strumento tramite il quale la realtà delle carceri minorili può parlare ed interagire con il resto del mondo.

 VENTI ANNI DI INTERVENTI NELLE CARCERI

"Porte Aperte Uisp" è il filo rosso che mette in relazione tutte le esperienze di attività dentro e fuori gli Istituti di pena, per gli adulti e per i minorenni. Gli interventi promossi hanno raggiunto diversi obiettivi, tra i quali quelli di

favorire lo scambio e il confronto reciproco fra la realtà interna al carcere e quella esterna; permettere ai detenuti di avere contatti con la comunità "libera"; stimolare nei detenuti nuove e positive modalità di relazione tra di loro e con gli altri; sostenere i detenuti nel tentativo di ricostruirsi una personalità; garantire un'attività sportiva e formativa continuativa.

Oltre venti anni fa, l'Uisp, tra le prime associazioni in Italia, si è posta il tema della qualità della vita dei detenuti proponendo al sistema penitenziario nazionale l'introduzione dello sport fra le attività trattamentali quotidiane.

E l'attività sportiva in carcere risponde a questa mission: pensare, progettare, proporre opportunità a misura delle esigenze e delle diversità delle persone, scavalcando difficoltà e barriere.

L'intervento Uisp nelle carceri si traduce in molteplici modalità: presenza di istruttori, allenatori, partite amichevoli tra detenuti e squadre dell'Uisp, tornei e campionati interni al carcere, corsi di formazione per arbitri e giudici sportivi, organizzazioni di manifestazioni nazionali come Vivicittà sino all'organizzazione di iniziative sportive fuori dalle carceri con i detenuti, la polizia penitenziaria e alcuni campioni dello sport.

di Francesco Sellari

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