La Royal Dutch Shell ed Unilever si sono unite ad un centinaio di multinazionali, tra le quali colossi come Bp, Alstom, Acciona, Electricite de France (Edf), Energy unit, Skab ed Aviva, per chiedere che venga fissato un prezzo globale per le emissioni di carbonio per contenere il global warming. Queste grandi imprese hanno sottoscritto l'appello del Leaders Group on Climate Change, il club di companies promosso dal principe del Galles Carlo, erede al trono di Inghilterra, e gestito dell'università di Cambridge e di Cln, Wbcsd e Ieta.
Nel documento che è stato consegnato alla commissaria europea all'azione climatica Connie Hedegaard, che rappresenterà l'Ue alla Cop 18 dell'United Nations framework convention on climate change (Unfcc) che inizierà tra pochi giorni a Doha, in Qatar, si legge che «La crescente variabilità, l'intensità e l'incertezza del clima della Terra sta già colpendo le comunità, i mercati e le business operations. Un quadro politico chiaro, stabile, ambizioso ed efficace è essenziale per sostenere gli investimenti necessari a fornire sostanziali riduzioni delle emissioni gas serra entro la metà del secolo. Come business leaders, noi crediamo che la certezza creata da questo quadro politico sbloccherà gli investimenti e offrirà prospettive di successo per le imprese e per la creazione di posti di lavoro in settori centrali come l'energia, i trasporti ed il built environment».
Un cambio di idee sorprendente per alcune di queste multinazionali che, fino a pochi giorni fa, hanno finanziato con centinaia di milioni di dollari i repubblicani Usa per non far rivincere Barack Obama che dice più o meno le stesse cose che loro oggi sottoscrivono.
Ma se le multinazionali fanno buon viso a cattivo gioco, bisogna dire che lo stanno facendo bene e partendo al contrattacco: «Tuttavia una strategia convincente per ridurre le emissioni a un ritmo e ad un livello commisurati all'obiettivo di 2° C concordato ai negoziati sul clima dell'Onu a Cancun, continua ad essere elusa dalla comunità globale. I progressi a livello nazionale ed a livello internazionale, pur lodevoli, restano frammentari ed inadeguati». Non manca un filo di autocritica: «Il settore privato investe migliaia di miliardi di dollari nell'energia e in altri progetti infrastrutturali, ma, nella maggior parte dei casi l'obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra non orienta questo tipo di spesa. E' necessario un approccio più efficace, che fornisca i giusti incentivi per spostare questi investimenti privati e rende al meglio l'utilizzo del "limited pool" dei fondi pubblici. Mettere un prezzo chiaro, trasparente e non ambiguo alle emissioni di carbonio deve essere un obiettivo politico centrale».
Attualmente ci sono un certo numero di meccanismi utilizzabili (come l'Eu Ets in crisi nera), ma il grande business vuole concentrarsi su un lavoro centrato sul mercato: «Utilizzando approcci come lo scambio di emissioni che offrono sia l'integrità ambientale che la flessibilità per le imprese. Un prezzo per il carbonio rivelerà il percorso più a basso costo per gli obiettivi esistenti di riduzione delle emissioni e può aprire la porta a un aumento dell'ambizione. Tale ambizione maggiore è di vitale importanza se si vuole "Escludere qualsiasi pericolosa interferenza delle attività umane sul sistema climatico"», come richiesto dell'Unfccc
Secondo il Leaders Group on Climate Change «Il giusto approccio ad un prezzo del carbonio aiuterà anche a coinvolgere i consumatori e ad incentivare il cambiamento di comportamenti. Esortiamo quindi i policy-makers a concentrarsi sull'introduzione di un chiaro quadro del prezzo del carbonio in modo stabile e tempestivo, vale a dire: fare del prezzo del carbonio una parte centrale delle risposte politiche nazionali. Lavorare all'obiettivo a lungo termine di un prezzo del carbonio per tutta l'economia mondiale. Impostare un'ambizione sufficiente, attraverso obiettivi concordati a livello internazionale, per realizzare i cambiamenti ad un ritmo commisurato con l'obiettivo 2° C». Per giungere ad un prezzo della CO2 globale, «I governi dovrebbero lavorare bilateralmente e multilateralmente per garantire elementi di progettazione comuni tra i diversi sistemi di mercato e per riunire i sistemi compatibili. Questo offrirà la più grande opportunità per il business investment e fornirà la massima ambizione raggiungibile senza un'ingiustificata perturbazione economica. È importante sottolineare che più il prezzo del carbonio viene adottato e coordinato più verranno messe da parte le considerazioni relative alla competitività delle industrie ad alta intensità energetica o che sono internazionalmente esposte, come l'aviazione e trasporto marittimo».
Il documento ricorda che, secondo lo "State and Trends of the Carbon Market Report 2012" della World Bank e Carbon Finance Unit, «Un prezzo del carbonio efficace offre la possibilità di mobilitare finanziamenti su una scala che possono influenzare la sfida climatica. Segnali di investimento in un prezzo del carbonio sono una forte leva finanziaria per il settore privato e lo reindirizzano verso lower emission outcomes». Inoltre «Carbon pricing schemes possono anche fornire entrate pubbliche per integrare gli investimenti privati per lo sviluppo e la dimostrazione di nuove tecnologie low-carbon. Tuttavia, un insegnamento fondamentale che viene dalle politiche esistenti è che, senza una sufficiente ambizione sufficiente, il segnale di prezzo del carbonio non sarà efficace per produrre investimenti o per un aumento significativo dei fondi».
Il Leaders Group on Climate Change conclude rivolgendosi anche agli altri protagonisti del mondo degli affari: «Ci rendiamo conto che il prezzo del carbonio può essere controverso: in periodi di congiuntura e flessioni delle le imprese, i consumatori ed i governi sono tutti preoccupati dei vincoli per l'economia. Ma l'esperienza ha dimostrato che i prezzi di carbonio sono un approccio in grado di fornire una maggiore riduzione delle emissioni a costi inferiori al previsto il che, a sua volta, offre la opportunità di una maggiore ambizione. Nonostante qualche opposizione, prezzo del carbonio continua ad attirare l'attenzione come un mezzo per ridurre le emissioni in modo flessibile nei settori ad alta intensità energetica. Più recentemente, è stato avviato in Paesi in via di sviluppo e regioni che stanno iniziando ad attuare programmi cap and trade insieme ad altre misure. Questo sviluppo dovrebbe essere applaudito e questo progresso mantenuto e ampliato. Il prezzo del carbonio non deve essere considerata una pallottola d'argento, ma insieme ad altre politiche appropriate a livello locale, le possibilità di cambiamento sono enormi. Invitiamo i policymakers nazionali, regionali ed internazionali a dar prova di leadership e ad avviare questo cambiamento e non vedremo l'ora di lavorare con loro per attuarlo».