In libreria dal 21 novembre una raccolta di corrispondenze da diversi Paesi del mondo: storie di vita quotidiana e di emozioni vissute dagli italiani impegnati con l'organizzazione umanitaria.
Enrico Caporale (agb)
Cosa significa vivere fuori dal nostro Paese per portare aiuto alle persone più deboli? Ce lo spiega Medici senza frontiere. Dal 21 novembre con "Noi non restiamo a guardare" (Feltrinelli editore), una raccolta delle corrispondenze di 40 operatori umanitari italiani impegnati in diverse realtà di crisi.
Anna, neuropsicologa in Pakistan, racconta la dignità di una popolazione sfollata che ha perso tutto nelle terribili alluvioni che hanno flagellato il Paese nel 2010. Giovanni, medico, descrive la sua giornata nel Norte de Santander, Colombia, in trasferta sulla jeep di MSF, per raggiungere, tra guadi e strade disastrate, popolazioni sovente escluse dall'accesso alle cure di base. Laura, amministratrice del progetto a Dadaab, in Kenya - il più esteso campo rifugiati al mondo, grande, per farsi un'idea, come mezza Napoli - esterna le sue sensazioni al fidanzato lontano. Da Dadaab non si scappa, non si esce in cerca di futuro. E l'Italia sembra così ricca e distante. Poi c'è Chiara, infermiera, alle prese con scorpioni e altri animali che frequentano il suo tukul nel villaggio di West Imey, in Etiopia. E le testimonianze di tanti altri operatori impegnati nel mondo con MSF. Storie che parlano di Afghanistan, Somalia, Repubblica Democratica del Congo, Haiti, India, Guatemala, Bangladesh ma anche del nostro Paese, l'Italia, dove a Mineo, in provincia di Catania, si trova un centro di accoglienza per richiedenti asilo. E proprio da lì, educatori italiani e stranieri raccontano la loro esperienza con i migranti fuggiti dalla guerra in Libia: centinaia di disperati in attesa di futuro.
Diversi sono gli scenari, ma comuni le angosce: ingiustizia, malattie, mancanza di strutture sanitarie minimali o di acqua, morte per denutrizione. Un libro sincero e vero, quello di MSF, che offre uno spaccato dell'esperienza professionale di medici, infermieri, chirurghi ma anche di ingegneri, esperti di potabilizzazione dell'acqua e logisti. Un libro che mette a nudo debolezze, dubbi e paure. Un viaggio attraverso un'umanità multiforme e colorata, corredato dalle riflessioni di scrittori del calibro di Daria Bignardi, Silvia Di Natale, Andrej Longo, Antonio Pascale, Renata Pisu e Antonio Scurati. Dopo "Le crisi umanitarie dimenticate dai media 2011" (edizioni Marsilio), "Noi non restiamo a guardare", con la prefazione di Dacia Maraini, vuole essere così l'ennesimo appello di MSF a non spegnere i riflettori sulla metà povera del mondo, quella metà che ancora lotta contro guerre e malnutrizione. L'appuntamento, allora, è in libreria. Per tutti quelli che non vogliono restare a guardare.