di Ilaria Madama
La Commissione europea ha recentemente proposto l'introduzione, nel Quadro finanziario pluriennale 2014-2020, di un Fondo destinato a sostenere le persone più indigenti. Nel 2010, nell'Ue27 erano 116 milioni le persone esposte al rischio di povertà o di esclusione sociale. Di queste oltre un terzo (circa 40 milioni) si trovava in uno stato di indigenza grave, tale cioè da comprometterne l'alimentazione. Più di 43 milioni di persone nell'Unione europea non potevano infatti permettersi di mangiare carne o pesce (o un equivalente vegetariano) ogni due giorni, situazione che stando alle stime appare peggiorata negli ultimi due anni a causa della crisi economica. Fra questi molti sono bambini: i minori che sperimentano gravi deprivazioni materiali sono oltre 8.9 milioni, vale a dire il 9.6% del totale. I problemi legati all'indigenza più grave evidentemente non riguardano solo la malnutrizione. Quasi il 9% della popolazione europea non aveva la possibilità di scaldare adeguatamente la propria abitazione. Considerando le famiglie con figli, più di una ogni dieci dichiarava di avere arretrati nel pagamento delle bollette. Oltre 5 milioni di bambini non potevano permettersi indumenti nuovi e circa 4.5 milioni non avevano due paia di scarpe del numero giusto. Non va inoltre dimenticato che la povertà e l'indigenza hanno proprio su questi ultimi effetti preoccupanti non solo nell'immediato ma anche nel medio e lungo periodo. I minori che soffrono gravi deprivazioni materiali sono infatti esposti a rischi più elevati (rispetto ai loro coetanei in migliori condizioni economiche) di avere risultati scolastici scadenti, una salute precaria e di non riuscire poi a trovare piena realizzazione una volta adulti.
Inserendosi in questo scenario, la proposta della Commissione di un piano di aiuto per le persone che si trovano in stato di indigenza è finalizzata a migliorare le condizioni di vita delle fasce più deboli, che risultano particolarmente vulnerabili. Come sottolineato dal Commissario Ue per l'occupazione e gli affari sociali, László Andor: "The proposed new Fund would provide tangible aid to help Europe's most vulnerable people to integrate into society. It will be a concrete demonstration of EU solidarity with the weakest - those who have been worst affected by the economic and social crisis." (estratto del messaggio video del Commissario Andor). Più nel dettaglio, qualora approvato il Fondo darebbe la possibilità agli stati membri di richiedere un finanziamento per sostenere interventi finalizzati alla distribuzione - tramite le organizzazioni partner - di cibo, vestiario e altri beni di prima necessità alle persone senza fissa dimora e ai minori in condizioni di indigenza. La dotazione proposta per il fondo, pari a 2.5 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, dovrebbe contribuire a coprire l'85% delle spese per le misure di aiuto, lasciando agli stati membri l'onere di cofinanziare il restante 15%. La proposta della Commissione si rifà dunque al principio di sussidiarietà, nella sua dimensione sia verticale - delegando ai livelli di governo nazionale e locale la gestione delle misure - che orizzontale - attraverso il coinvolgimento delle organizzazioni della società civile, chiamate a attuare gli interventi.
Va peraltro ricordato che questo programma non rappresenterebbe una novità assoluta nello scenario europeo. Tale piano dovrebbe infatti assumere l'eredità del Programma dell'Unione europea per la distribuzione di derrate alimentari agli indigenti (Programma MDP), uno schema attivo fin dal 1987 che ha reso possibile, attraverso l'azione di una fitta rete di organizzazioni sociali negli stati membri, la distribuzione nell'Ue di alimenti alle persone in situazioni di difficoltà. Il programma, originariamente concepito per utilizzare le eccedenze della Comunità nell'ambito della Politica agricola comune (PAC), ha consentito infatti di distribuire circa 500 mila tonnellate di prodotti alimentari all'anno, soprattutto cerealicoli e caseari, con un budget che dal 2009 ha raggiunto i 500 milioni di euro annui. Al suo avvio, le scorte produttive erano l'unica fonte di approvvigionamento del programma. Negli ultimi anni tuttavia, per far fronte alla contrazione delle eccedenze della produzione agricola, è stato autorizzato, almeno in via temporanea, l'acquisto di derrate sul mercato. Complessivamente, stando agli ultimi dati disponibili, nell'Ue27 tramite il programma sono state aiutate quasi 19 milioni di persone. Interessante notare che l'Italia negli ultimi anni è stata fra i principali paesi beneficiari, ricevendo oltre 100 milioni di euro, seguita da Spagna e Francia.
Negli ultimi anni il programma ha attraversato una fase critica, risolta solo a inizio 2012 quando Consiglio e Parlamento europeo ne hanno confermato l'operatività fino al termine del 2013. Il nuovo Fondo proposto dalla Commissione dovrebbe quindi entrare a regime al termine del programma precedente, ampliandone la portata, almeno sul piano simbolico. Sebbene distante dai progetti più ambiziosi di istituzione di uno schema di Reddito minimo garantito europeo (su punto si veda la realtiva risoluzione del Parlamento europeo), il Fondo andrebbe così a costituire un tassello della dimensione sociale dell'Ue, fornendo sostanza al principio di solidarietà intra-europea.
Verso un "Fondo europeo di aiuto agli indigenti"? Ecco la proposta della Commissione Europeadi Ilaria Madama
La Commissione europea ha recentemente proposto l'introduzione, nel Quadro finanziario pluriennale 2014-2020, di un Fondo destinato a sostenere le persone più indigenti. Nel 2010, nell'Ue27 erano 116 milioni le persone esposte al rischio di povertà o di esclusione sociale. Di queste oltre un terzo (circa 40 milioni) si trovava in uno stato di indigenza grave, tale cioè da comprometterne l'alimentazione. Più di 43 milioni di persone nell'Unione europea non potevano infatti permettersi di mangiare carne o pesce (o un equivalente vegetariano) ogni due giorni, situazione che stando alle stime appare peggiorata negli ultimi due anni a causa della crisi economica. Fra questi molti sono bambini: i minori che sperimentano gravi deprivazioni materiali sono oltre 8.9 milioni, vale a dire il 9.6% del totale. I problemi legati all'indigenza più grave evidentemente non riguardano solo la malnutrizione. Quasi il 9% della popolazione europea non aveva la possibilità di scaldare adeguatamente la propria abitazione. Considerando le famiglie con figli, più di una ogni dieci dichiarava di avere arretrati nel pagamento delle bollette. Oltre 5 milioni di bambini non potevano permettersi indumenti nuovi e circa 4.5 milioni non avevano due paia di scarpe del numero giusto. Non va inoltre dimenticato che la povertà e l'indigenza hanno proprio su questi ultimi effetti preoccupanti non solo nell'immediato ma anche nel medio e lungo periodo. I minori che soffrono gravi deprivazioni materiali sono infatti esposti a rischi più elevati (rispetto ai loro coetanei in migliori condizioni economiche) di avere risultati scolastici scadenti, una salute precaria e di non riuscire poi a trovare piena realizzazione una volta adulti.
Inserendosi in questo scenario, la proposta della Commissione di un piano di aiuto per le persone che si trovano in stato di indigenza è finalizzata a migliorare le condizioni di vita delle fasce più deboli, che risultano particolarmente vulnerabili. Come sottolineato dal Commissario Ue per l'occupazione e gli affari sociali, László Andor: "The proposed new Fund would provide tangible aid to help Europe's most vulnerable people to integrate into society. It will be a concrete demonstration of EU solidarity with the weakest - those who have been worst affected by the economic and social crisis." (estratto del messaggio video del Commissario Andor). Più nel dettaglio, qualora approvato il Fondo darebbe la possibilità agli stati membri di richiedere un finanziamento per sostenere interventi finalizzati alla distribuzione - tramite le organizzazioni partner - di cibo, vestiario e altri beni di prima necessità alle persone senza fissa dimora e ai minori in condizioni di indigenza. La dotazione proposta per il fondo, pari a 2.5 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, dovrebbe contribuire a coprire l'85% delle spese per le misure di aiuto, lasciando agli stati membri l'onere di cofinanziare il restante 15%. La proposta della Commissione si rifà dunque al principio di sussidiarietà, nella sua dimensione sia verticale - delegando ai livelli di governo nazionale e locale la gestione delle misure - che orizzontale - attraverso il coinvolgimento delle organizzazioni della società civile, chiamate a attuare gli interventi.
Va peraltro ricordato che questo programma non rappresenterebbe una novità assoluta nello scenario europeo. Tale piano dovrebbe infatti assumere l'eredità del Programma dell'Unione europea per la distribuzione di derrate alimentari agli indigenti (Programma MDP), uno schema attivo fin dal 1987 che ha reso possibile, attraverso l'azione di una fitta rete di organizzazioni sociali negli stati membri, la distribuzione nell'Ue di alimenti alle persone in situazioni di difficoltà. Il programma, originariamente concepito per utilizzare le eccedenze della Comunità nell'ambito della Politica agricola comune (PAC), ha consentito infatti di distribuire circa 500 mila tonnellate di prodotti alimentari all'anno, soprattutto cerealicoli e caseari, con un budget che dal 2009 ha raggiunto i 500 milioni di euro annui. Al suo avvio, le scorte produttive erano l'unica fonte di approvvigionamento del programma. Negli ultimi anni tuttavia, per far fronte alla contrazione delle eccedenze della produzione agricola, è stato autorizzato, almeno in via temporanea, l'acquisto di derrate sul mercato. Complessivamente, stando agli ultimi dati disponibili, nell'Ue27 tramite il programma sono state aiutate quasi 19 milioni di persone (cf. Fig. 1). Interessante notare che l'Italia negli ultimi anni è stata fra i principali paesi beneficiari, ricevendo oltre 100 milioni di euro, seguita da Spagna e Francia (cf. Fig. 2).
Negli ultimi anni il programma ha attraversato una fase critica, risolta solo a inizio 2012 quando Consiglio e Parlamento europeo ne hanno confermato l'operatività fino al termine del 2013. Il nuovo Fondo proposto dalla Commissione dovrebbe quindi entrare a regime al termine del programma precedente, ampliandone la portata, almeno sul piano simbolico. Sebbene distante dai progetti più ambiziosi di istituzione di uno schema di Reddito minimo garantito europeo (su punto si veda la realtiva risoluzione del Parlamento europeo), il Fondo andrebbe così a costituire un tassello della dimensione sociale dell'Ue, fornendo sostanza al principio di solidarietà intra-europea.
Riferimenti
La notiza sul sito dell'Unione Europea
Il video messaggio del Commissario Ador
Il progetto UE di Reddito minimo garantito