Occorrono 507.000 tonnellate di cereali per rispondere ai bisogni fondamentali.
Secondo un nuovo rapporto Fao e World food programme (Wpf/Pam - Programma alimentare mondiale) nella Repubblica democratica popolare di Corea (Rpdc), per il secondo anno consecutivo, si è avuto un aumento nella produzione alimentare di prodotti di prima necessità, ma «Ciò non deve però far dimenticare la lotta in corso contro la denutrizione nel Paese e la mancanza di proteine vitali e di grassi nella dieta della popolazione, specialmente per i 2,8 milioni stimati di persone a rischio».
Tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre, mentre era in corso il più importante raccolto di cereali dell'anno, la missione congiunta Fao/Wfp di valutazione della produzione e della sicurezza alimentare, ha visitato tutte le 9 province della Corea del nord del paese e dice di aver «Valutato con particolare preoccupazione il calo del 30% verificatosi nella produzione di soia, così come la quantità esigua di verdure disponibili, confermando una grave mancanza di proteine fondamentali, oli, grassi, vitamine e micronutrienti nella maggior parte delle diete. La produzione di soia è stata la più colpita dal prolungato periodo di siccità, verificatosi durante la prima metà del 2012, la più importante stagione per il raccolto. L'impatto di tale fenomeno sul raccolto di mais è stato ampiamente mitigato grazie all'opera di irrigazione manuale delle coltivazioni, che ha mobilitato una moltitudine di persone. Si prevede che la produzione globale derivante dal raccolto principale di quest'anno e dal primo raccolto del 2013, sarà di 5,8 milioni di tonnellate. Si tratta di un miglioramento del 10% rispetto allo scorso anno».
Ma il team di Fao e Wfp in Rpdc pensa che «Servirà importare 507.000 tonnellate di cereali per rispondere ai bisogni fondamentali di alimentazione del paese. Prevedendo che l'obiettivo del governo di importare 300.000 tonnellate di cereali sia rispettato, il deficit di alimenti di base dovrebbe essere pari a 207.000 tonnellate. il più basso in molti anni».
Kisan Gunjal, economista della FAO co-leader della missione ha sottolineato che «Il Paese ha bisogno di produrre una quantità maggiore di cibi ricchi di proteine, come soia e pesce, e di cercare di avere due raccolti all'anno, di modo che tutti possano accedere ad una dieta più variegata. Orti familiari aiuterebbero a migliorare le abitudini nutrizionali della popolazione, ed è inoltre necessario riformare il sistema di commercializzazione dei prodotti agricoli, permettendo agli agricoltori di vendere il proprio riso, mais e grano sui mercati. La Repubblica Democratica Popolare di Corea ha ancora bisogno di aiuti internazionali ma la via da percorrere per incrementare la produzione di beni alimentari e migliorare così le abitudini nutrizionali della popolazione è ormai tracciata».
Se è vero che il sistema politico nazional-stalinista autarchico della Corea del nord impedisce di fare rapidi progressi, è anche vero che qualcosa sembra essere cambiato: «I livelli di malnutrizione acuta sono diminuiti - si legge nel rapporto Fao/Wfp - ma esiste ancora una certa preoccupazione, considerando che molti bambini sono particolarmente esposti a eventuali crisi. Un approvvigionamento più regolare di cibi nutrienti come biscotti fortificati e alimenti misti, inclusi cereali arricchiti con speciali elementi nutritivi, inclusi i prodotti Super Cereal, durante la stagione "del non raccolto", rappresenta un fattore fondamentale per combattere la malnutrizione».
Il regime nordcoreano è ancora tentato di usare la minaccia atomica in cambio di cibo, ma , Claudia von Roehl, direttrice del Wfo in Corea del Nord, è moderatamente ottimista: «Questo rapporto ha mostrato chiaramente che il nostro lavoro sta avendo un importante riscontro nella lotta alla denutrizione ed è quindi vitale che il programma continui per poter raggiungere milioni di bambini in asili, presidi medici, scuole elementari con approvvigionamenti di cibo garantiti nel flusso e adeguati alle necessità. I nuovi dati sul raccolto sono una buona notizia, ma la mancanza di proteine e grassi nella dieta della popolazione è allarmante. Dobbiamo raddoppiare gli sforzi per nutrire due milioni di bambini con un flusso costante di alimenti nutrienti, fornendo così una dieta più bilanciata e sana».
La Fao conclude facendo notare che «Anche il sostegno a donne incinte e con neonati rimane una priorità, dato che per loro l'assunzione di cibi nutrienti come legumi e oli è importantissima durante la gravidanza e immediatamente dopo la nascita del bambino, un periodo critico per la loro salute e per quella dei loro figli».