Dall'edilizia all'interior design, ma anche come base per fibre tessili e olii combustibili bio. Un materiale green, sempre più richiesto, anche secondo i dati dell'Aib.
Olivia Rabbi
Dal pavimento all'edificio. Passando da pannelli truciolari e multistrato per l'industria a innovative fibre tessili per capi di abbigliamento, da oli combustibili "bio" e carbone vegetale, a prodotti cosmetici e dentifrici. Ma anche al posto del legno, per l'utilizzo del quale spesso si ricorre allo sfruttamento indiscriminato delle foreste. E per il futuro c'è l'idea di impiegarlo anche sul fronte dei materiali compositi innovativi, grazie alle elevate caratteristiche di resistenza.
Stiamo parlando del bambù e dei mille usi di questa graminacea versatile, con una capacità di crescita molto veloce e un grado di adattamento alle condizioni climatiche e del terreno che da alcuni anni ne stanno favorendo la coltivazione anche in Italia.
I vantaggi di questo nuovo materiale sull'economia e sul territorio in generale sono molteplici: come pianta sempreverde contribuisce, nelle aree urbane e antropizzate, a creare un vero e proprio polmone di ossigeno che abbatte polveri e inquinamento atmosferico, funge da barriera schermante, antirumore e frangivento, regola il microclima, è una fonte di materia prima alternativa al legno, coltivabile secondo un approccio ecologico e che non incide sulla deforestazione.
In più è facile da coltivare su aree ed ex discariche urbane riconvertite a parco, su suoli pubblici, marginali o in abbandono (che sarebbero in questo modo valorizzati), per la fitodepurazione e la protezione del territorio da frane e dissesti idrogeologici. Un campo di possibilità che apre nuovi spazi all'occupazione in una filiera innovativa e riduce l'impatto ambientale a 360 gradi.