Amnesty International ha sollecitato l'immediato rilascio di Bassem Tamimi, un attivista palestinese impegnato nelle manifestazioni contro gli insediamenti in Cisgiordania, che il 6 novembre è stato condannato a quattro mesi di carcere, a una multa di 5000 shekel e a un'ulteriore periodo di tre mesi di carcere con sospensione della pena, per una protesta pacifica organizzata il 24 ottobre.
Secondo il tribunale militare di Ofer, Tamimi ha preso parte a una manifestazione non autorizzata e ha ostacolato il lavoro di un agente di polizia. L'accusa di "aggressione a un agente di polizia", per aver meramente cercato d'impedire l'arresto della moglie Nariman, è stata annullata.
Wa'ed, la figlia sedicenne di Tamimi, arrestata nel corso di una manifestazione contro gli insediamenti nel villaggio di al-Nabi Saleh, è stata rilasciata il 4 novembre dietro pagamento di una cauzione.
Su Tamimi pende anche una condanna a 17 mesi di carcere, con sospensione della pena, per "azione contro l'ordine pubblico", emessa nel maggio 2012.
"Bassem Tamimi è un attivista non violento storico. Persino il tribunale militare di Ofer ha dovuto ammettere che non ha usato né invocato violenza nella manifestazione del 24 ottobre. La sua unica colpa è di aver protestato pacificamente contro gli insediamenti israeliani, che sono illegali. È un prigioniero di coscienza, condannato al termine di un processo iniqui, e dev'essere rilasciato immediatamente" - ha dichiarato Philip Luther, direttore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
Secondo l'Ordine militare 101, il comando militare israeliano di zona deve autorizzare ogni raduno di più di 10 persone "avente finalità politiche o su temi che potrebbero essere considerati politici" e prevede fino a 10 anni di carcere per chi vi contravviene.
"Invece di criminalizzare le proteste pacifiche, le autorità israeliane dovrebbero assicurare il diritto dei palestinesi alla libertà d'espressione e d'associazione pacifica" - ha commentato Luther.
Lo stesso giorno in cui Tamimi è stato condannato, Israele ha annunciato l'avvio della costruzione di 1213 abitazioni negli insediamenti del territorio occupato di Gerusalemme Est. Tutti gli insediamenti della Cisgiordania, compresa Gerusalemme est, sono illegali secondo il diritto internazionale. La politica d'Israele di insediare la sua popolazione civile su terre occupate è un crimine di guerra, sulla base dello Statuto della Corte penale internazionale.