Il capoluogo emiliano al primo posto nella classifica stilata da Forum PA sul livello di sostenibilità e l'avanzamento tecnologico dei centri urbani italiani.

Mentre l'Europa mette a disposizione 12 miliardi di euro per l'innovazione
urbana...

Mattia Schieppati

Chi avesse la curiosità di immaginare cosa potrebbe voler dire vivere in una smart city italiana nel 2020 può scegliere di trascorrere una giornata in tre diverse mete. A Bologna, a Parma, oppure a Trento. Sono queste tre città, infatti, a occupare il podio nella speciale classifica delle "città più smart d'Italia" stilata secondo precisi criteri di sostenibilità da Forum PA, e presentata in occasione della Smart City Exhibition, la prima grande fiera dedicata all'innovazione che sta cambiando le città del mondo, Italia compresa.

Sotto il termine, ormai in effetti un po' abusato, di "smart" si racchiudono infatti tutti quei sistemi ad alto contenuto tecnologico che consentono di ridurre l'impatto ambientale dei sempre più congestionati contesti cittadini e di aumentare la fruibilità di servizi e, nel complesso, la vivibilità. La ricerca di Forum PA, da cui è scaturita la classifica (si intitola ICity rate, e si può scaricare su http://portal.forumpa.it/, previa registrazione), ha preso in considerazione sei campi d'indagine: economia, ambiente, governance, qualità della vita, mobilità, capitale sociale.

«La classifica, piuttosto che considerarsi un punto di arrivo, vuole essere utile per fotografare lo stato attuale, il punto di partenza dei processi in corso», sottolinea Gianni Dominici, direttore generale di Forum PA. «Utilizzando la metafora delle corse automobilistiche, quella che restituiamo non è la classifica finale ma la griglia di partenza di una gara ancora tutta da correre. Ovviamente in pole position non ci si arriva per caso e le città più avanti nello schieramento sono quelle che possono vantare una preparazione, un'accumulazione importante nei diversi ambiti considerati».

E la gara è più che mai aperta, visto che quello della "smartizzazione" delle città e della PA è uno dei punti saldi dell'Agenda Digitale europea, e che per passare dalla teoria alla pratica la stessa Ue sta cominciando a mettere a disposizione ingenti risorse a tutti i Paesi dell'Unione perché intervengano sullo stato di digitalizzazione dei centri urbani: 350 milioni di euro già disponibili nel 2013, che diventeranno complessivamente circa 12 miliardi di euro da qui al 2020. Un grande e impegnativo progetto che è stato chiamato Smart Cities and Communities Initiative, che ha l'obiettivo di mettere a punto nei paesi membri strategie ad hoc per migliorare l'impatto ambientale delle città concentrandosi su tre direttrici principali:

    le reti elettriche,
    i trasporti;
    l'efficienza energetica nell'edilizia.

Una spinta sostanziosa verso la riconversione degli spazi urbani in un'ottica sostenibile, che dovrebbe favorire anche investimenti "green" da parte di privati, creando opportunità economiche e nuovi mercati.

Il Governo italiano non si è tirato indietro e ha messo a sua volta sul piatto un'altra ricca dote di finanziamenti e bandi per accompagnare i comuni su questa strada di innovazione: dopo una prima tranche di fondi da 245 milioni di euro per progetti smart presentati da città del Mezzogiorno (e destinati a marzo), dallo Miur, che ha in capo il progetto smart city, sono in arrivo altri 655,5 milioni di euro (di cui 170 di contributo alla spesa e 485,5 di credito agevolato) "per interventi e per lo sviluppo di città intelligenti su tutto il territorio nazionale".

«Investire sulle smart cities rappresenta, al contempo, opportunità di sviluppo economico, stimolo delle filiere produttive e recupero urbano, dai grandi siti dismessi di produzione industriale ai grandi poli tecnologici, spesso sedi di distretti innovativi» spiega Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia e presidente dell'Anci, l'associazione dei comuni italiani. «Significa sostenere contemporaneamente i comportamenti virtuosi dal basso dando visibilità ai vantaggi individuali e collettivi, anche in termini monetari. Significa considerare la città come un sistema complesso di molteplici organismi in relazione tra loro, nel quale anche la gestione del trade-off tra progresso ed effetti determinati dal cambiamento diventa un fattore di successo per l'equilibrio del delicato ecosistema urbano e della qualità della vita dei suoi abitanti».

«Le città del nuovo millennio devono affrontare sfide senza precedenti relativamente a temi quali la mobilità, i trasporti, il lavoro, l'ambiente e la qualità della vita», ha dichiarato Rita Tenan, Direttore della Divisione Public Sector di Microsoft Italia, presente a Smart City Exhibition. «La tecnologia oggi dispone di strumenti in grado di migliorare la trasparenza, la partecipazione attiva e la qualità della vita nelle città, semplificando i canali di accesso dei cittadini e migliorando il dialogo con la PA. Alcune applicazioni che sfruttando il modello Open Data sono in grado di contribuire realmente al miglioramento del servizio alla collettività: la completa accessibilità dei dati pubblici attraverso la rete consente a cittadini e imprese di creare valore attraverso nuove applicazioni a vantaggio di tutti».

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