Ufficialmente serve a proteggere i minori, ma per i difensori dei diritti umani è un attacco alla libertà d'informazione.
E' entrata in vigore ieri, 1 novembre, la nuova legge russa «Sull'informazione, le tecnologie informatiche e la difesa dell'informazione».
Ufficialmente serve a proteggere i minori da informazioni dannose per la loro salute e psiche come pornografia, inviti al suicidio e droghe.
Ma secondo Ong, difensori dei diritti umani e gli stessi web provider, è un attacco alla libertà di informazione, volto a esercitare controllo sulla popolazione e l'opposizione politica.
Approvata a luglio , la legge instaura un «Registro Singolo» di siti la cui diffusione è vietata, cioè una sorta di lista nera consultabile sul sito web Zapret-info.gov.ru. Ma non accessibile direttamente: l'utente può inserire un indirizzo e controllare se questo ricade nel bando.
In concreto, perché scatti il blocco ai siti, occorre una previa denuncia di cittadini. In seguito RosKomNadzor (Agenzia per la Supervisione di IT, Comunicazioni e Mass Media), interviene ordinando ai provider di chiudere l'accesso al sito entro pochi giorni, via Url o via Isp.
Un espediente, secondo i critici, che permette di bloccare link web più rapidamente senza passare, come vorrebbe la legge, per i tribunali, e direttamente su scala nazionale. «Così la Russia segue la via di Cina e Bielorussia», ha commentato il quotidiano Kommersant.
Il 28 luglio scorso dopo la firma del documento da parte di Putin, importanti risorse web russe come il motore di ricerca Yandex, il portale Mail.ru, il social network V Kontakte e la versione cirillica di Wikipedia protestarono pubblicamente contro la legge, autocensurandosi per un giorno o postando messaggi sui rischi per il futuro del web russo. Il governo ha tuttavia respinto le accuse di un tentativo di censura.
Nel primo giorno di attuazione della legge, il Registro ha ricevuto quasi 2mila richieste di bando, di cui 7 soddisfatte, ha fatto sapere Roskomnadzor. I primi 6 nomi inseriti nel registro dei siti vietati conterrebbero pornografia infantile.