Sono cinquanta le organizzazioni che manifesterannoil 31 ottobre con la rete ?Cresce ilwelfare, cresce l'Italia' contro i tagli al socialee per il rilancio delle politiche di welfare.
A piazza Montecitorio ci saranno realtà sindacalima soprattutto tanto terzo settore, operatori,dirigenti e volontari di associazioni ecooperative impegnate nel sociale.Se anche questo mondo - abituato a rimboccarsile maniche e solitamente più propenso afare che a parlare - decide di scendere inpiazza, vuol dire che la misura è davverocolma.I dati parlano da soli.
Nel 2008 in Italia ilFondo per le politiche sociali, già inferiore allemedie europee, era di due miliardi e mezzo.Da allora, per le scelte sciagurate del governoBerlusconi, si è ridotto del 90% azzerando difatto i servizi per la non autosufficienza, perl'infanzia, i giovani, i disabili, l'inclusione deimigranti; poi sono venuti i tagli del governoMonti e infine una legge di stabilità che rischiadi dare il colpo di grazia a milioni di famiglie.
Chi tutti i giorni deve far fronte al dilagaredelle nuove povertà e al crescente disagio sabene che così non si può andare avanti. Èfolle pensare di poter attraversare una faseprolungata di recessione senza risorse per lepolitiche sociali. Perché è proprio quando ilpaese è in difficoltà che bisogna sostenere lasua parte più debole; perché investire nel welfaregenera lavoro, solidarietà e coesionesociale, rafforza il capitale umano del paese,è condizione necessaria per la sua crescita.La dignità e il benessere di ogni cittadino, latutela del diritto all'istruzione, al lavoro, allasalute, all'ambiente sostenibile dovrebberoessere il fine ultimo delle politiche economichee non variabili subordinate alle compatibilitàdel mercato.
Il governo Monti si dimostra invece prigionierodi una visione in cui il welfare è solo un costo,un lusso da tagliare nei momenti di crisi.Serve una profonda inversione di rotta:finanziare il fondo nazionale ripristinando lerisorse tagliate e definire i livelli essenzialidelle prestazioni per superare gli attualisquilibri fra le diverse aree del paese.
I soldi sipossono trovare, riducendo le spese militari,tassando rendite e grandi patrimoni, con ilcontrasto all'evasione e una vera lotta asprechi e inefficienze nell'ambito di una riorganizzazionedel sistema basata sull'integrazionefra sociale e sanitario. È solo que -stione di scelte, ed è per questo che saremoin piazza il 31 ottobre.