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«Un passo avanti nella promozione di un nuovo modello di governance sul cibo, l'agricoltura, e la nutrizione fortemente basato sulla tutela dei diritti umani e il riconoscimento del ruolo centrale dei piccoli produttori nella lotta globale alla fame»..  Così il  Comitato Italiano per la sicurezza alimentare (Cisa) commenta l'approvazione  del  Quadro strategico Globale per la Sicurezza Alimentare e la nutrizione (Gobal Strategic Framework)  da parte del Comitato per la Sicurezza Alimentare Mondiale della Fao nel corso della sua 39esima  edizione (Roma, dal 15 al 20 ottobre).  

Il lungo negoziato che ha visto in prima fila la società civile ha portato alla stesura e all'approvazione di un documento strategico che rappresenta il principale riferimento a livello mondiale per il coordinamento e le coerenza dei processi decisionali sul tema dell'agricoltura e dell'alimentazione.

Nel Global Strategic Framework si riconoscono, infatti, l'occupazione dei lavoratori agricoli e la garanzia di un salario minimo come fattori fondamentali per la sicurezza alimentare e la nutrizione,  si riconosce il potenziale dell'approccio agro-ecologico, fornendo indicazioni importanti sulla nutrizione sulla base di quanto riportato nelle Linee Guida sul Diritto al Cibo della FAO. Si  ribadisce infine la volontà degli Stati per l'attuazione delle Linee Guida Volontarie sulla gestione responsabile della terra, della pesca e delle foreste anche attraverso una riforma agraria.

«Una svolta verso la vittoria del diritto al cibo contro le regole del libero commercio» secondo Andrea Ferrante dell'Associazione Italiana Agricoltura Biologica e membro del coordinamento europeo de La Via Campesina che vede nel GSF «uno strumento innovativo e di straordinaria importanza per l'affermazione dei diritti di tutti i piccoli agricoltori della terra».   

E tutti i membri del Cisa, che salutano questo momento con molto ottimismo, sono molto positivi nel giudicare il GSF:  "'Nel momento in cui i dati recenti dell'Eurobarometro 2012 (il sondaggio che analizza l' opinione pubblica europea) evidenziano che solo il 21% dei cittadini europei ha consapevolezza della correlazione tra le azioni di  multinazionali e le violazioni dei diritti delle persone e della natura- ha dichiarato il Presidente di Cisa Sergio Marelli- i principi affermati in questo global strategic frame work assumono ulteriore rilevanza per proseguire nella promozione del diritto e della giustizia a livello globale'.

E ancora, in merito alla  questione degli investimenti responsabili in agricoltura, Nora McKeon di Terra Nuova e membro del CISA dice: 'La società civile saluta l'adozione dei termini di riferimento sui quali si articoleranno, nei prossimi due anni, i negoziati relativi a quali investimenti, agricoltura e mercati scegliere per sostenere i piccoli produttori e il diritto ai cibo: se quello sostenibile, familiare e diretto ai mercati domestici - che proponiamo noi della società civile - oppure quello industriale e globalizzato che mette al centro le multinazionali, promosso dalla 'New Alliance' del G8'.

Unico tema di discussione sul quale c'è  ancora  una certa reticenza  è  - secondo Antonio Onorati di presidente di Crocevia e dell'IPC (Comitato Internazionale di Pianificazione per la Sovranità Alimentare) quello delle sementi: 'Le sementi sono un elemento fondante del diritto a produrre nelle mani dei contadini, garanzia di sicurezza e sovranità alimentare. I governi che siedono nel CFS, però, non ne vogliono discutere'.

Un'agenda complessa e con qualche nodo ancora da sciogliere quella che aspetta la società civile impegnata nella lotta per il diritto al cibo,  ma che almeno, parte con il piede e con il frame work giusto.

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