Mauro Ravarino

Ha twittato fino all'ultimo momento, il giornalista Costas Vaxevanis, finché la polizia non è entrata e lo ha arrestato. Aveva pubblicato la "lista  Lagarde" con i nomi degli evasori fiscali greci, tra cui armatori, editori, giornalisti, uomini d'affari, ex ministri e un consigliere strettissimo del premier Samaras.

Ha lanciato un ultimo messaggio su Twitter prima di venir portato via: «Stanno entrando ora in casa con un procuratore, mi arrestano. Diffondete la notizia». Le manette per Costas Vaxevanis, giornalista investigativo greco, sono scattate ieri. È accusato di violazione della privacy, dopo che il magazine Hot Doc, da lui diretto, ha pubblicato ieri una lista di 2.059 nomi di cittadini greci che hanno depositato soldi in Svizzera evadendo il fisco.

Nomi importanti: funzionari pubblici, armatori, editori, giornalisti, diversi uomini d'affari, ex ministri e pure un consigliere strettissimo del premier Samaras. Appena saputo del mandato d'arresto nei suoi confronti, Vaxevanis ha scritto: «Invece di arrestare gli evasori e i ministri che hanno avuto in mano la lista, cercano di arrestare la verità e la libertà di stampa».

L'elenco pubblicato dalla rivista (il cui sito è ora impossibile aprire) sarebbe quello della famosa "lista Lagarde", che l'allora ministro francese delle Finanze, Christine Lagarde (ora direttore dell'Fmi), consegnò nel 2010 alle autorità greche con i nomi dei cittadini ellenici che avrebbero nascosto i loro soldi sui conti correnti della filiale di Ginevra della Hsbc.

Tra i nomi figurerebbero quelli di Stavros Stavropoulos, advisor strettissimo di Samaras, e quelli di due ex ministri, uno dei quali Leonidas Tzanis è stato trovato impiccato in casa solo due settimane fa. Due anni fa, l'allora ministro Giorgos Papacostantinou bloccò la pubblicazione della lista, mentre il successore Evangelos Venizelos, leader dei socialisti del Pasok, ne aveva ammesso l'esistenza ma sostenendo che era stata persa. Il governo avrebbe, infatti, richiesto a Parigi di rinviarla. Sabato, il colpo di scena. Ma, poche ore dopo l'uscita in edicola di Hot Doc, la Corte distrettuale di Atene ha emesso un mandato di arresto per Vaxevanis, che ha raccontato su Twitter gli attimi prima dell'arresto. È stato successivamente rilasciato e affronterà oggi l'interrogatorio davanti ai giudici.

In un video e in alcuni messaggi su Internet, il reporter ha difeso la sua decisione: «Non ho fatto altro che quello che ogni giornalista è obbligato a fare. Ho rivelato la verità che stavano nascondendo». Il governo Samaras per molto tempo ha sostenuto che la "Lagarde List" era stata compilata secondo informazioni ottenute illegalmente, che non potevano essere utilizzate per perseguire eventuali evasori.

Le autorità greche, che mai avevano rivelato la presenza di politici, non hanno confermato se la lista sia effettivamente quella consegnata dalla Francia nel 2010: l'elenco che l'ex ministro di Sarkozy aveva fatto recapitare per via diplomatica ad Atene, ma anche a Madrid e a Roma. Ora. i pm greci hanno chiesto ufficialmente che sia presentato in Parlamento.

L'arresto di Vaxevanis arriva in un momento turbolento per la Grecia e il suo sistema politico, proprio quando il parlamento si appresta a votare una terza serie di nuove misure di austerità. La notizia ha fatto velocemente il giro del web. E in molti hanno decretato la fine della democrazia nel Paese che l'aveva inventata.

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