Riformare la normativa che regola il Terzo Settore e sostenere nuove forme di finanziamento delle attività sociali, anche attraverso strumenti finanziari come i social bonds o popolari come il crowdfunding. Questo l'intento alla base del documento "Il Futuro è Bene comune" redatto dal Comitato i3s per l'Innovazione del Terzo Settore
di Paolo Massaro*
In Europa è oramai evidente: il Terzo Settore, oltre a intercettare e soddisfare bisogni sociali crescenti, gioca un ruolo fondamentale in chiave anticiclica rispetto alle tendenze economiche in atto. I dati lo testimoniano: 20 milioni di occupati, il 10% dell'intero PIL europeo e una crescita di occupazione e dimensioni invidiabile da qualsiasi impresa operante nel settore for profit.
In Italia il settore è stabile e dimostra di essere in grado di fronteggiare le nuove problematiche, quali la disoccupazione, la crescente disuguaglianza e le nuove forme di povertà e marginalità che colpiscono le persone più fragili in Italia e all'estero. Ma di fronte alla vivacità delle proprie azioni, chi crede e opera concretamente nel Terzo Settore si deve confrontare quotidianamente con la staticità delle forme entro le quali è costretto a muoversi.
Da queste ovvie constatazioni e con la modesta volontà di dare al settore non profit il posto che si merita, è nato il Comitato i3s per l'Innovazione del Terzo Settore. Creato da alcuni studenti del Master in Management delle Imprese Sociali, Non Profit e Cooperative della SDA Bocconi, il Comitato si propone di promuovere una riforma normativa del Terzo Settore cercando di far parlare di argomenti che, in molti casi, risultano relegati all'attenzione dei soli "addetti ai lavori".
Invitato al Forum della Cooperazione Internazionale, il Comitato ha presentato un documento, dal titolo "Il Futuro è Bene Comune", che, tra le altre proposte, promuove lo sviluppo di strumenti di finanziamento alternativi per il Terzo Settore.
Ma le domande sorgono quasi spontanee: il settore for profit e quello non profit possono collaborare per risolvere le nuove sfide che pone l'attuale crisi? Cooperazione e finanza sono compatibili tra di loro? Di fronte a una riduzione sempre maggiore dell'aiuto pubblico e a un crescente aumento delle problematiche legate all'attuale recessione economica, in Europa molte organizzazioni non profit utilizzano strumenti finanziari prima relegati al solo settore for profit. E oggi anche in Italia iniziano ad essere realtà i primi tentativi di finanza in grado di canalizzare le donazioni e capitali dei privati verso i Paesi in cui le ong lavorano. I primi risultati ottenuti dalle fortunate esperienze già in atto hanno prodotto un impatto sociale tangibile e misurabile e sembrano affermare a voce alta che non è importante lo strumento in sé, ma il fine per cui viene utilizzato.
Da questa consapevolezza il Comitato i3s ha raccolto nel documento "Il Futuro è Bene Comune" le più innovative proposte in materia, promuovendo un dialogo sull'applicabilità di questi strumenti nel Sistema Italia e cercando di promuovere una riforma normativa che ne permetterebbe l'attuazione.
Nel documento le proposte sono concrete e riguardano ambiti essenziali quali l'ingresso di capitale privato nell'impresa sociale, i finanziamenti alternativi per il settore non profit, quali crowdfunding o social bonds, l'analisi della normativa fiscale e la ricostituzione di un'authority per il Terzo Settore. Il documento creato non vuole essere esaustivo, ma aperto ad accogliere contributi e proposte innovative da chi il Terzo Settore lo conosce e lo sostiene. Gli spazi volutamente lasciati in bianco si propongono di stimolare la partecipazione degli addetti ai lavori, degli esperti del Terzo Settore e dei cittadini che hanno a cuore il settore non profit perché ne conoscono il valore e le potenzialità. Anche perché, come è noto, l'unione fa la forza.
*comitato i3s